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Scivoloni inattesi
Rubrica a cura di Giorgio BOLONDI
Docente ordinario di Didattica della Matematica,
Libera Università di Bolzano
Gli errori che non ci aspettiamo
l tema dei nostri interventi mensili di quest’anno saranno gli scivoloni inattesi.
IParleremo di quei problemi, domande, esercizi che, nella nostra analisi a
priori o in base alla nostra esperienza, ci sembrano facili e tali da non presen-
tare difficoltà per la maggior parte degli allievi, ma che invece poi ci mettono
di fronte a errori ingenui e a strategie di risoluzione che appaiono insensate.
Spesso la cosa ci sorprende talmente che la nostra prima reazione è del tipo:
«Ma sei sicuro? Cerca di stare attento! Hai letto bene il testo? Non pensi che
potresti fare in quest’altro modo?»
In realtà quando un errore, diciamo uno “scivolone”, è molto diffuso, frequente
anche in bambini che solitamente sono attenti, leggono bene il testo, pensano a quello che fanno, allora vuol dire che
c’è qualcosa di più profondo.
Può trattarsi di un problema di formulazione. Il testo potrebbe essere ambiguo o con degli impliciti e dei sottintesi: in
questo caso siamo noi a doverci impegnare per facilitarne la comprensione. Oppure il testo potrebbe presentare alcune
informazioni o relazioni importanti in maniera non diretta o da inferire attraverso un’analisi più fine del testo stesso o
degli elementi caratteristici della comunicazione matematica (disegni, figure, tabelle, grafici…): queste considerazioni
ci forniscono già indicazioni importanti su come insegnare ai nostri allievi a confrontarsi con un testo.
Più spesso può trattarsi di qualche nodo importante che la domanda va a toccare: nodo di contenuti o nodo didattico. In
questo caso gli “scivoloni” degli alunni sono molto importanti per noi, perché ci consentono di far luce sui loro processi
di apprendimento che altrimenti sarebbero difficili da penetrare. Noi abbiamo già compreso e appreso gli oggetti mate-
matici di cui parliamo: ogni figura, ogni parola, ogni frase ha un suo significato che si inserisce in un quadro semantico
complessivo che abbiamo già costruito. Per i bambini, invece, la difficoltà è proprio quella di mettere assieme i pezzi e
costruire il quadro.
L’approccio che seguiremo in ciascuno dei contributi mensili che seguiranno sarà quello di partire da una o più domande
presenti nelle prove INVALSI degli scorsi anni, di riflettere sui risultati complessivi, magari mettendoli a confronto con
quelli di richieste apparentemente simili, e di domandarci perché gli alunni hanno risposto in un certo modo e hanno
scelto determinati distrattori, cercando di capire i motivi per cui diversi bambini sono scivolati su quelle domande. Forse
occorrerà un po’ di lavoro e di attenzione per leggere dei grafici, ma vedrete che ne varrà la pena.
Come sempre, dobbiamo tenere presente che ogni bambino è un mondo unico con una sua storia, e che le strategie e
i percorsi di risoluzione che gli alunni mettono in campo sono (per fortuna!) molto vari e diversi da quelli che abbiamo
in mente noi.
Un’esperienza interessante e utile potrà essere quella di provare a proporre alle vostre classi le domande che presente-
remo di volta in volta, e a chiedere ai bambini perché hanno dato o scelto una certa risposta.
Forse otterrete spiegazioni diverse da quelle trovate da noi: in questo caso, condividetele inviando una e-mail a
giorgio.bolondi@unibz.it.
Cercheremo di parlarne insieme per capire sempre meglio, a partire da situazioni concrete, come aiutare i nostri alunni
a comprendere e apprendere la Matematica.
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NUOVO NEWS n. 215 settembre 2020