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Alunni stranieri
di Lucia MADDII
Dirigente scolastica
Tutor Scienze della formazione primaria
Educazione interculturale
e competenza globale
l sesto volume sugli esiti dell’indagine OCSE PISA 2018 , pubblicato nell’ottobre 2020, presenta un quadro problema-
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Itico circa la capacità dei nostri quindicenni di crescere in un “mondo interconnesso” e ci pone di fronte a criticità
che impongono una seria riflessione anche da parte della scuola primaria. Nel Rapporto si legge infatti che più della metà
dei quindicenni italiani non è interessato a imparare come vivono le persone di diversi Paesi e a conoscere le tradizioni di
altre culture, pur ritenendosi in larga maggioranza (il 79%) “cittadini del mondo”. Ma ciò che colpisce e preoccupa sono in
particolare alcune affermazioni dei nostri ragazzi: ad esempio, il 28,7% degli studenti asserisce di non essere d’accordo sul
rispettare le persone delle altre culture come esseri umani uguali (media OCSE 17,5%); oltre la metà degli studenti italiani
afferma inoltre di trovarsi in difficoltà ad affrontare situazioni inusuali, a cambiare il proprio comportamento o ad adattarsi
a diverse situazioni stressanti, affermazioni che sono indice di una minore adattabilità cognitiva rispetto alla media OCSE.
Tali capacità devono essere potenziate sin dalla scuola primaria, e per questo appare necessario rilanciare percorsi
educativi che sviluppino conoscenze e competenze necessarie alla promozione di una cultura pacifica e non violenta,
alla valorizzazione delle diversità culturali e all’educazione alla cittadinanza globale, così come previsto dagli obiettivi
dell’Agenda 2030 e in accordo con le Indicazioni nazionali per il curricolo, nelle quali si legge che alla scuola è affidato il
compito di educare alla convivenza «attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni studente» e
di formare cittadini del mondo in grado di comprendere che i problemi non possono essere risolti se non considerandosi
un’unica comunità di “destino europeo” e di “destino planetario”.
In questo senso l’educazione interculturale e, più in generale, l’educazione civica come insegnamento trasversale, con-
corrono allo sviluppo di competenze necessarie per crescere in un mondo interconnesso, attraverso i contributi delle varie
discipline. Ad esempio, attraverso la geografia possiamo aiutare i bambini a sviluppare un atteggiamento di «confronto sulle
grandi questioni comuni a partire dalla conoscenza dei luoghi di nascita o di origine famigliare» dei compagni. Cambiamenti
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climatici, squilibri ambientali, fenomeni migratori sono argomenti previsti nell’insegnamento della geografia e della storia, a
partire dalla classe terza in poi, che consentono di comprendere le profonde interconnessioni fra i popoli e di capire come
fatti accaduti in passato o vicende ancora in corso in paesi lontani ci influenzano direttamente. L’attenzione agli aspetti
interculturali nell’insegnamento delle discipline aiuta a sviluppare una maggiore disponibilità a considerare punti di vista
diversi e a esplorare mondi culturali meno familiari; l’opportunità di interagire quotidianamente con compagni di diversa
lingua e origine, in particolare, permette di sviluppare maggiore flessibilità e apertura mentale che si traduce, poi, in una
maggiore capacità di adattamento cognitivo, necessario per affrontare le sfide di oggi.
1. OECD (2020), PISA 2018 Results (Volume VI): Are Students Ready to Thrive in an Interconnected World?, PISA, OECD Publishing, Paris.
2. Cfr. Indicazioni nazionali per il curricolo 2012.
NUOVO NEWS n. 219 gennaio 2021 1