Page 7 - DEMO Filastrocche Ortografiche
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PRESENTAZIONE



          Insegnare ai bambini la corretta ortografia della lingua italiana e chiederne poi un uso “pensato”
          quanto rigoroso sta diventando in questi ultimi tempi un’impresa difficoltosa per i docenti della
          scuola Primaria.
          È pur vero che le nuove generazioni dribblano le regole con grande naturalezza anche perché le-
          gittimate e sostenute da forme di scrittura abbreviata tanto discutibili quanto mai attuali e diffuse:
          Sms, slogan pubblicitari volutamente “ambigui”, abuso di sigle...
          Famosa – e paradossalmente emblematica – la gaffe di una studentessa universitaria che qualche
          anno fa si presentò a sostenere un esame dopo aver studiato su dispense di appunti passatele da
          un’amica; dovendo parlare tra l’altro di Nino Bixio, pronunciò il cognome del personaggio ri-
          sorgimentale così come lo aveva letto scritto in quella che lei riteneva fosse la forma abbreviata
          utilizzata dall’amica: Bi-per-io!
          La scuola Primaria, che tra gli obiettivi di apprendimento da promuovere prevede anche lo scrive-
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          re nel rispetto delle regole ortografiche , ha il dovere di attivarsi affinché tutti gli alunni – anche
          quelli delle nuove generazioni – acquisiscano familiarità con la lingua scritta e con l’ortografia in
          particolare.
          Non occorre scomodare sociologi e psicologi di fama per spiegare a chi lavora quotidianamente
          nella scuola che gli alunni che siedono oggi nei banchi sono profondamente diversi da quelli di
          ieri, quelli che imparavano “per ripetizione”, attraverso esercitazioni a volte persino ossessive,
          che poi però scrivevano in forma ortograficamente corretta, operazione sempre più difficile per gli
          alunni dei nostri giorni benché le convenzioni ortografiche siano rimaste immutate.
          Gli alunni delle più recenti generazioni – più ancora di quelli degli anni passati – avvertono mag-
          giormente la necessità di trovare una motivazione al proprio lavoro e, più in generale, all’apprendi-
          mento.  Se al docente risulta facile innescare la motivazione rispetto a proposte educativo-didattiche
          di per sé stimolanti e accattivanti (una ricerca in gruppo, la lettura di un libro, la realizzazione di un
          gioco, la redazione di un’intervista, l’analisi di reperti e documenti...) e a mantenerla viva durante
          le successive fasi del processo di insegnamento/apprendimento, non possiamo nascondere come
          risulti particolarmente difficoltoso conferire un orizzonte di senso e di significato alla scoperta e
          all’apprendimento delle convenzioni ortografiche, soprattutto con gli alunni delle prime classi.
          Non dimentichiamo, infatti, che la motivazione risiede nell’atteggiamento mentale che nasce dal
          desiderio che spinge una persona a raggiungere un suo scopo; questa “dinamica del desiderio
          implica una spinta, che può essere interpretata come bisogno o propulsione da soddisfare, oppure
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          in senso più profondo, come tensione sostenuta da aspettative, obiettivi, emozioni  ”. Ma quali

           1 “Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria. Comunicare per iscritto con frasi semplici e
           compiute, strutturate in un breve testo che rispetti le fondamentali convenzioni ortografiche”. “Obiettivi di apprendimento al
           termine della classe quinta della scuola primaria. Produrre testi corretti dal punti di vista ortografico…”. Indicazioni per il
           curricolo, MPI, Roma, settembre 2007
           2  P. Di Natale, Motivazione e apprendimento, RD Professionisti Tecnici in Libreria, Rivista Digitale Della Didattica, www.
           rivistadidattica.com


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            © Edizioni Didattiche Gulliver S.r.l.
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