Page 10 - DEMO PRONTI, PARTENZA... INVALSI Italiano 2
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PrIMa Parte
La straVaGante MaLattIa 30 “Più chiaro di un giaguaro.” A papà Leo sembrò che l’elefante sorri-
dI GIacoMo IL LeoPardo 31 desse, ma lo sapevano tutti che Tembo non sorrideva mai.
32 “Rosso!” “Volerò aldilà del fosso…”
33 “Giallo!” “Con le ali di un pappagallo…”
34 “Verde!” “Andrò dove ci si perde…”
1 Tembo era un ti po solitario. Se ne stava dove la vegetazione era più 35 “Blu!” “Dove non si torna più…”
2 scarsa e non si lasciava avvicinare facilmente. Papà Leo si incamminò 36 “Bianco!” “E fi nché non sarò stanco…”
3 portandosi dietro Giacomo, che lo seguì trott erellando allegramente. 37 “Nero!” “Girerò il mondo intero!”
4 “Aspett ami qui.” gli disse quando furono vicini alla zona dove viveva il 38 Tembo fi ssò quel cucciolo, strappò un ramett o da un albero e si mise a
5 più saggio animale di tutt a l’Africa. Poco dopo, Papà Leo tornò da Gia- 39 sgranocchiare le foglie con aria pensierosa. Ad un certo punto esclamò:
6 como: “Andiamo, Tembo ci aspett a.”. 40 “Rimite! Il tuo cucciolo ha la rimite.”
7 Gli animali della savana, se avevano un problema grave, chiedevano 41 “E che cosa sarebbe?”
8 un consiglio a Tembo e quasi sempre egli trovava una soluzione. Era 42 “È una malatti a rara. Giacomo è malato.”
9 così vecchio che la pelle rugosa era diventata dura come quella di un 43 “Ecco perché parla sempre in modo assurdo. È grave?”
10 tamburo. Le enormi orecchie ci senti vano ancora bene, invece gli occhi 44 “No, ma l’ha presa forte. Stai a senti re.” E si girò verso Giacomo:
11 non vedevano quasi più. Quando papà Leo spinse il cucciolo spaven- 45 “Ascolta: Leopardo!”
12 tato sott o l’enorme ombra dell’elefante, Tembo cominciò a tastarlo 46 “Sguardo, ritardo, traguardo…”
13 con la proboscide. 47 “Elefante!”
14 “Ahi, ahi, ahi, che solleti co mi fai!” 48 “Gigante, tonante, pesante…”
15 “Silenzio!” sbuff ò Tembo “Quando visito non si parla. Tossisci!” 49 Tembo ridacchiò sott o i baffi . “Hai capito adesso, Papà Leo?”
16 “Cof cof!” 50 “Credo di sì” rispose Papà Leo sconsolato “Cosa si può fare?”
17 “Sai stare in equilibrio sulle zampe di dietro?” Giacomo ci provò tre 51 “Prenderlo così com’è e lasciare che diventi quello che è. Solo così
18 volte, ma fi nì sempre per terra. Poi l’elefante strinse il suo lungo naso 52 potrà essere davvero felice, ricordalo!”
19 att orno alla coda di Giacomo e lo sollevò da terra: “Magro, troppo 53 Poi Tembo si rivolse a Giacomo: “Hai ricevuto un dono meraviglioso,
20 magro…”. E lo fece girare in aria come una giostra. Dopo dieci giri lo 54 piccolett o. Prima o poi lo capiranno anche gli altri. Abbi pazienza.”
21 rimise giù. “Ti gira la testa?” gli chiese. 55 Giacomo aveva capito. Tembo gli sorrise ancora. “E ora scusatemi, devo
22 “La gira mi testa.” 56 fi nire la colazione. Buona fortuna!” A passi lenti si incamminò verso un
23 “Ti testa la gira?” 57 grosso cespuglio. Giacomo guardava il vecchio elefante allontanarsi e
24 “Mi cesta la giara.” 58 intanto dondolava la testa come lui. Invece Papà Leo guardava preoc-
25 “La pera o la para?” 59 cupato il fi glio e dondolava la testa per altri moti vi.
26 “La giostra di sera.”
27 Papà Leo non ci capiva nulla. L’elefante conti nuò: “Ora, giovanott o, io (rid. e ad. da Pavanello R. (2013), Giacomo Leopardo, Mondadori, Milano)
28 dirò alcune parole e tu risponderai con la prima frase che ti verrà in
29 mente. Chiaro?”.
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