Page 11 - DEMO PRONTI, PARTENZA... INVALSI Italiano 2
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             30 “Più chiaro di un giaguaro.” A papà Leo sembrò che l’elefante sorri-

             31 desse, ma lo sapevano tutti   che Tembo non sorrideva mai.

             32 “Rosso!” “Volerò aldilà del fosso…”
             33 “Giallo!” “Con le ali di un pappagallo…”

             34 “Verde!” “Andrò dove ci si perde…”
 1 Tembo era un ti po solitario. Se ne stava dove la vegetazione era più   35 “Blu!” “Dove non si torna più…”

 2 scarsa e non si lasciava avvicinare facilmente. Papà Leo si incamminò   36 “Bianco!” “E fi nché non sarò stanco…”

 3 portandosi dietro Giacomo, che lo seguì trott erellando allegramente.   37 “Nero!” “Girerò il mondo intero!”
 4 “Aspett ami qui.” gli disse quando furono vicini alla zona dove viveva il   38 Tembo fi ssò quel cucciolo, strappò un ramett o da un albero e si mise a

 5 più saggio animale di tutt a l’Africa. Poco dopo, Papà Leo tornò da Gia-  39 sgranocchiare le foglie con aria pensierosa. Ad un certo punto esclamò:

 6 como: “Andiamo, Tembo ci aspett a.”.  40 “Rimite! Il tuo cucciolo ha la rimite.”
 7 Gli animali della savana, se avevano un problema grave, chiedevano   41 “E che cosa sarebbe?”

 8 un consiglio a Tembo e quasi sempre egli trovava una soluzione. Era   42 “È una malatti  a rara. Giacomo è malato.”

 9 così vecchio che la pelle rugosa era diventata dura come quella di un   43 “Ecco perché parla sempre in modo assurdo. È grave?”
 10 tamburo. Le enormi orecchie ci senti vano ancora bene, invece gli occhi   44 “No,  ma  l’ha  presa  forte.  Stai  a  senti re.”  E  si  girò  verso  Giacomo:

 11 non vedevano quasi più. Quando papà Leo spinse il cucciolo spaven-  45 “Ascolta: Leopardo!”
 12 tato sott o l’enorme ombra dell’elefante, Tembo cominciò a tastarlo   46 “Sguardo, ritardo, traguardo…”

 13 con la proboscide.   47 “Elefante!”

 14 “Ahi, ahi, ahi, che solleti co mi fai!”  48  “Gigante, tonante, pesante…”
 15 “Silenzio!” sbuff ò Tembo “Quando visito non si parla. Tossisci!”  49 Tembo ridacchiò sott o i baffi  . “Hai capito adesso, Papà Leo?”

 16 “Cof cof!”  50 “Credo di sì” rispose Papà Leo sconsolato “Cosa si può fare?”
 17 “Sai stare in equilibrio sulle zampe di dietro?” Giacomo ci provò tre   51 “Prenderlo così com’è e lasciare che diventi  quello che è. Solo così

 18 volte, ma fi nì sempre per terra. Poi l’elefante strinse il suo lungo naso   52 potrà essere davvero felice, ricordalo!”

 19 att orno alla coda di Giacomo e lo sollevò da terra: “Magro, troppo   53 Poi Tembo si rivolse a Giacomo: “Hai ricevuto un dono meraviglioso,
 20 magro…”. E lo fece girare in aria come una giostra. Dopo dieci giri lo   54 piccolett o. Prima o poi lo capiranno anche gli altri. Abbi pazienza.”

 21 rimise giù. “Ti gira la testa?” gli chiese.   55 Giacomo aveva capito. Tembo gli sorrise ancora. “E ora scusatemi, devo

 22 “La gira mi testa.”  56 fi nire la colazione. Buona fortuna!” A passi lenti  si incamminò verso un
 23 “Ti testa la gira?”  57 grosso cespuglio. Giacomo guardava il vecchio elefante allontanarsi e

 24 “Mi cesta la giara.”  58 intanto dondolava la testa come lui. Invece Papà Leo guardava preoc-

 25 “La pera o la para?”  59 cupato il fi glio e dondolava la testa per altri moti vi.
 26 “La giostra di sera.”

 27 Papà Leo non ci capiva nulla. L’elefante conti nuò: “Ora, giovanott o, io   (rid. e ad. da Pavanello R. (2013), Giacomo Leopardo, Mondadori, Milano)
 28 dirò alcune parole e tu risponderai con la prima frase che ti  verrà in

 29 mente. Chiaro?”.





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