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Parole troppo grandi / 7
di Italo FIORIN
Pedagogista
IL TEMPO PRESENTE
ome scrive Jacques Maritain, educare è aiutare la per- significato etimologico del termine greco (prophétes) dal
Csona umana a diventare più umana. 1 quale deriva significa colui che pre-dice, che parla prima
Tale accompagnamento inizia da subito, potremmo dire di ciò che dovrà accadere.
ancora prima che un bambino nasca al mondo. Per chi Ma tutto questo avviene nel presente, nell’ora e qui della
educa, il futuro è una dimensione sempre presente, l’edu- relazione educativa. Che cosa pre-vedere, pre-scrivere,
cazione stessa è un divenire. Il verbo programmare, molto agendo nel tempo presente con la consapevolezza del
utilizzato in ambito scolastico, esprime questa tensione tempo futuro? Qual è il terreno solido sul quale costruire,
nella sua stessa etimologia. Deriva dal greco prográphein in una società fluida e continuamente mutevole?
che significa “scrivere prima”, cioè prefigurare quello La bussola ci viene offerta dal riconoscimento di quelli
che dovrebbe accadere. Si tratta di un compito difficile, che sono i bisogni fondamentali dei bambini e delle bam-
non solo perché nella scuola dell’infanzia i bambini sono bine, che poi sono gli stessi che appartengono a ogni per-
piccoli e il futuro al quale dovremmo prepararli sembra sona umana. Questi bisogni sono variamente descritti da
molto lontano, ma anche perché mai come ai nostri giorni numerosi autori, il più celebre dei quali resta, probabil-
il futuro appare incerto, imperscrutabile. Sono numerosi mente, Abraham Maslow, che li indica all’interno della
gli studiosi che parlano della nostra società come società sua celebre “piramide”. La stessa viene ripresa e arricchita
dell’incertezza, del rischio, del cambiamento; una società da Anthony Robbins, che li riformula in questo modo: bi-
così complessa e fluida in cui l’unico punto fermo in questo sogno di sicurezza (ogni essere umano desidera sentirsi
oceano di incertezza sembra essere il punto interrogativo. protetto, accolto); bisogno di varietà (desiderio di cambia-
Cosa dobbiamo concludere? Che programmare con uno mento, di novità, di avventura); bisogno di riconoscimento
sguardo lungo sia impossibile, che la scuola dell’infanzia (necessità di sentirsi apprezzati, valorizzati, degni di assu-
debba abbandonare ogni pretesa di agire sul futuro e ac- mere responsabilità); bisogno di amore (necessità di sen-
contentarsi di vivere nell’occasionalità, nello spontanei- tirsi accolti all’interno di una relazione, di un gruppo, di
smo, in una dimensione atemporale, in un “asilo”? una comunità); bisogno di crescita (necessità di sviluppo
Scrive don Lorenzo Milani: «La scuola siede fra il passato a livello emotivo, spirituale e intellettuale; soddisfa il bi-
e il futuro e deve averli presenti entrambi. È l’arte delicata sogno dell’essere umano di progredire e di migliorarsi);
di condurre i ragazzi su un filo di rasoio […]. E allora il bisogno di contribuire (necessità di aiutare gli altri e di
maestro deve essere per quanto può un profeta, scrutare dare un proprio contributo positivo al mondo. È uno dei
“i segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le bisogni più elevati dell’essere umano e si basa sul cambio
cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi ve- di prospettiva: vedersi non solo come individui singoli ma
diamo solo in confuso» . come parte di un insieme).
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Tra il passato e il futuro, ecco dove si colloca chi educa. È Bruno Bettelheim ci ricorda che il più grande bisogno di
il presente il tempo concesso, quello nel quale esercitare ogni persona è trovare il significato della propria vita.
l’arte difficile e delicata di accompagnare i bambini e i E questo bisogno si ripresenta a ogni età, a ogni stagione
giovani nel loro futuro. Non a caso don Milani paragona della nostra esistenza. Ecco a cosa guardare, nel tempo
chi è maestro a un profeta. Anche qui, la parola “profeta” presente, per essere veramente profeti, capaci di conse-
ci restituisce lo stesso senso della parola “programma”, il gnare ai bambini, con i quali oggi condividiamo un tratto
della loro avventura umana, un tesoro, che sapranno frut-
1. Maritain J. (1978), L’educazione al bivio, La Scuola Editrice, Brescia, tificare. Perché il futuro non è un luogo verso il quale
pp. 13-14. stiamo andando, ma ciò che stiamo costruendo oggi. Si
2. Milani L. (1970), Lettere di don Lorenzo Milani, Mondadori, Milano,
pp. 222-223. declina al presente.
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Progetto TRE-SEI Gulliver n. 209