Page 23 - DEMO Mitica Grecia
P. 23
23
– Allora, andiamo… e che gli dei ci proteggano.
Padre e figlio fecero un passo avanti, oltre la scoglie-
ra, e scivolarono nel vuoto.
Icaro si era sentito cadere, veloce come mai prima
aveva provato, le orecchie che fischiavano, il cuore
che batteva in gola e lo stomaco che faceva capriole.
La caduta era così rapida e terrorizzante da impedire
la nascita di qualsiasi pensiero; da lontano gli era ar-
rivata la voce piena d’ansia di Dedalo:
– Le ali, Icaro, apri le ali – solo allora e con grandissi-
ma fatica, Icaro aveva cominciato a spalancare le ali
che il padre gli aveva costruito e fissato al corpo.
Erano pesanti, come se il cielo intero ci fosse appog-
giato, ma pian piano Icaro era riuscito a spalancar-
le. Il vento, soffiando sotto le ali, sosteneva il peso
del ragazzo, frenando la caduta e spingendolo verso
l’alto.
– Bravo! È così che si fa, bravo Icaro! Ora muovi le
braccia con lentezza e regolarità – ripeteva Dedalo
rivolto al figlio con una calma che non aveva in cuo-
re – e quando senti di poter galleggiare nel vento…
tieni le ali aperte e riposati galleggiando nell’aria e
nel cielo.
Icaro ubbidì e subito, come sollevato da una corda