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Editoriale
Dino Cristaninino Cristanini
Di
Direttore Editoriale
Cinquant’anni di organi
Cinquant’anni di organi
collegiali. Luci e ombre
collegiali. Luci e ombre
li organi collegiali compiono mezzo seco- L’aspetto più deludente riguarda la partecipazione.
Glo. È datato infatti 31 maggio 1974 il D.P.R. Già dopo il primo decennio di esperienza, ha inizia-
n. 416 (poi trasfuso nel D.Lgs. n. 297/1994, Testo to a delinearsi un calo di tensione e una progressiva
unico delle disposizioni legislative vigenti in materia disaffezione da parte dei genitori, determinando la
di istruzione) che, in attuazione di una legge delega crisi degli organi collegiali a composizione mista,
dell’anno precedente, disponeva la loro istituzione. ossia del consiglio di interclasse/classe e del consi-
Le ragioni che hanno portato alla loro introduzione glio d’istituto, sempre più evidente man mano che
sono state a quel tempo analizzate da diversi studio- si passa da un livello di scuola all’altro.
si di pedagogia e di sociologia dell’educazione, che Non è stata solo una conseguenza del “riflusso”,
hanno interpretato questa scelta della politica come come è stato denominato il fenomeno sociale del
una risposta a un complesso di istanze e di pressio- disimpegno e del ritorno al privato, verificatosi tra la
ni provenienti dalla società: difficoltà di governare fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta
efficacemente con procedure esclusivamente cen- dopo l’entusiasmo degli anni precedenti per le stra-
tralistiche una scuola che era andata espandendosi de e le piazze, a cui poi è seguita quella sorta di in-
fino a diventare di massa; nuove funzioni formative dividualismo di massa che caratterizza l’attuale so-
richieste alla scuola; contestazione giovanile e richie- cietà. La disillusione è sembrata soprattutto derivare
sta di una maggiore democratizzazione della società dalle procedure formalistiche, dal senso della scarsa
in tutti gli ambiti e livelli. possibilità di incidere, dalla difficoltà di mantenere
Le finalità per cui gli organi collegiali sono stati isti- rapporti costanti e proficui tra i rappresentanti eletti
tuiti sono state chiaramente definite nell’art.1 del e i rappresentati.
D.P.R. n. 416/1974 (ora art. 3 D.Lgs. n. 297/1994): Anche gli organi collegiali tecnici hanno evidenzia-
realizzare la partecipazione alla gestione della scuo- to i loro limiti. Emblematico è il caso del collegio
la; dare alla scuola il carattere di una comunità; far dei docenti: la quantità delle delibere da assumere
interagire la comunità scolastica con la comunità e l’aumento del numero dei componenti, per effetto
sociale e civica. del dimensionamento, hanno notevolmente ridotto
Le ultime due finalità costituiscono scopi tuttora va- i tempi per le discussioni e gli approfondimenti, e
lidi. Che la scuola debba essere una comunità viene quindi per una effettiva condivisione delle decisioni.
ribadito, oltre che da un vasto numero di studi e ri- A questo occorre aggiungere il nuovo assetto istitu-
cerche sulla scuola come organizzazione, sia dalle zionale determinato dall’autonomia e dalla dirigenza
Indicazioni nazionali per il curricolo sia dal con- scolastica. Esiste dunque da tempo l’esigenza di una
tratto nazionale di lavoro del Comparto Istruzione e riforma, per ridare senso, efficienza ed efficacia alla
ricerca. L’apertura della scuola alla collaborazione partecipazione scolastica e creare le condizioni per
con i soggetti della comunità territoriale è pure ri- l’effettiva costruzione della comunità professionale
badita in molti documenti, da ultimo nel PNRR e in dei docenti e della più ampia comunità scolastica.
varie disposizioni applicative. Vedremo se prima o poi si troverà l’accordo per farla.
NUOVO NEWS n. 249 aprile 2024 1