Page 19 - DEMO Diario di scuola
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personale, ironia e autoironia, e pure abilità desuete come la
costanza e la dedizione.
Perché non parlare, chiarendoli, di ruoli e di compiti: le
famiglie devono fare la loro parte, non è utile che la legge
imponga ai dirigenti di dedicarsi all’amministrativo, alle
certificazioni “isosailcavolo”, non ha senso certificare le
procedure quando la pedagogia va a ramengo. Occorre che
il dirigente sia una figura di riferimento per le problematiche
pedagogiche, innanzitutto.
Sul fronte della salute va detto che per i docenti non esiste
medicina del lavoro (ma già, il nostro è un non-lavoro,
basterebbe poter dare una sculacciata all’occorrenza…),
nessun controllo neppure otorinolaringoiatrico, eppure noi
lavoriamo con le corde vocali!
Deteniamo il primato di parecchie malattie, persino del tumore
al testicolo, noi... categoria per eccellenza femminile!!
Forse è arrivato il momento di considerare l’insegnamento
una professione, a volte persino una professione a rischio.
Il personale infermieristico che lavora negli hospice, viene
giustamente supportato dal sostegno di uno psicologo,
può essere temporaneamente assegnato ad altri reparti:
e noi? Dobbiamo proprio “flippare” per essere presi in
considerazione?
Gestiamo quotidianamente situazioni scolastiche in cui
l’emergenza è la normalità, ce ne facciamo carico… nella
Primaria come in altri ordini, credo.
– È un difetto di chi insegna – ribatte il consorte parlando
rigorosamente al femminile, visto che siamo in maggioranza
donne – Nessuno vi chiede di mettervi in prima linea a
salvare il mondo, fate tutto da sole e ve ne compiacete! Avete
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