Page 20 - DEMO Diario di scuola
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la sindrome della crocerossina.
            Forse è vero, forse è proprio così, ma io dico, non sarebbe
            peggio avere una classe docente che compie il proprio lavoro,
            quasi roboticamente, senza spendersi personalmente, senza
            coinvolgimenti?
            Se la maestra ha tagliato la lingua all’allievo volontariamente
            sarà la giustizia a stabilirlo, ma forse il fatto potrebbe servire
            a mettere al centro dell’attenzione di tutti non solo l’evento
            in sé, bensì la situazione nella sua complessità.
            Diciamolo  chiaro  e  a  voce  alta,  maestre  e  maestri  sono
            soli  davanti  all’immigrazione,  alla  disabilità,  ai  disturbi
            di  apprendimento  e  di  comportamento;  la  macchina  che
            dovrebbe mettersi in moto per sostenere l’operato dei docenti
            ha il motore guasto da parecchio tempo.
            Maestri  e  maestre  hanno  il  coraggio  di  assumersi  anche
            responsabilità  che  non  competono  loro,  semplicemente
            perché nessun altro lo fa. Sarebbe ora che l’opinione pubblica
            si rendesse conto che la scuola, e in particolare la scuola
            Primaria, rappresenta oggi per una buona fetta di bambini il
            solo luogo “sicuro”, il luogo dove potersi esprimere, essere
            capiti, aiutati a crescere, ascoltati (persino nutriti e vestiti a
            volte). Sono lanciata a razzo nella mia filippica quando mi
            accorgo  che  il  gentile  consorte  tace  guardandomi  strano,
            allora mi zittisco anch’io.
            – Vedi – dice parlando a me e rivolgendosi ancora a tutto il
            corpo docente nazionale – siete psicolabili, vi si fa una critica
            e subito rimproverate il mondo con il vostro vittimismo.
            Eccomi sistemata: psicolabile e ben mi sta!







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