Page 5 - DEMO Diario di scuola
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Presentazione






                                 “Quel luogo che col tempo non fu dimenticato”
                                                                   T. S. Eliot



            Trasparente e fragile come un vaso di cristallo in bilico, che può cadere
            e rompersi in ogni momento. Tutti lo dicono, qualcuno lo teme, forse
            qualcuno lo spera. Ma non succede. La scuola esiste e resiste. Anzi, mai
            come in questi anni è diventata protagonista, al cinema, in letteratura,
            sulla  stampa,  nella  cronaca,  come  un  oggetto  da  osservare  e  mettere
            finalmente  in  vetrina.  Oddio,  qualcuno  pensa  che  forse  era  meglio
            lasciarla  in  disparte,  nell’ombra,  accettarla,  come  un  dato  normale
            della vita e del paesaggio urbano e sociale, con i suoi riti e le routine:
            il  calendario  “strano”,  le  sue  pagelle,  gli  oggetti  “scolastici”,  come  le
            lavagne e i registri, i suoi personaggi, in scena da secoli a recitare un
            copione  mutato  di  poco,  nonostante  le  multiformi  novità  declamate.
            Come mai tanto interesse, proprio adesso?
            Nell’epoca  dei  “non  luoghi”,  degli  spazi  artefatti  e  omologati  dove  si
            aggira  sperduto  e  anonimo  il  cittadino  del  terzo  millennio,  la  scuola
            mantiene la sua radicale e irriducibile diversità di “luogo” vero, pulsante
            di vita, riconoscibile, in cui generazioni diverse fanno la prova di vivere e
            convivere, confrontandosi, interrogandosi reciprocamente.
            La  scuola  di  Giovanna  Leonardi  ha  abbattuto  i  muri  per  svelarsi  per
            quella che è: un luogo dove ogni giorno bambini e insegnanti vivono
            un’esperienza  che  non  dimenticheranno  mai.  Perché  la  scuola  è
            un’esperienza  concreta,  ma  anche  simbolica,  che  vive  una  duplice
            esistenza, nella realtà, e nella memoria, nel ricordo e che si alimenta nel
            tempo della nostalgia, il sentimento dell’esule che vorrebbe ritrovarla. I
            poeti, come Eliot che è citato in apertura, l’hanno trasfigurata, altri come
            Bertolucci  ne  “La  camera  da  letto”  l’hanno  amata  e  coltivata  come  il
            luogo del bambino che vive sempre, dentro a ciascuno di noi.
            Al tempo stesso immaginaria e reale, la scuola è un oggetto difficile da
            comprendere, anche se ai non addetti sembra facile, “elementare”, così



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