Page 10 - DEMO Frullato di risate
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di volo che ero riuscito a farmi regalare, un libro che
si intitolava “La macchina volante” che spiegava, a
grandi linee, come mai l’aeroplano riusciva a volare e
che riportava note informative sulla velocità, l’altez-
za dal suolo, le rotte…
Ero, insomma, un viaggiatore preparato!
La zia Ada si limitava ad avere paura e, tra il racconto
di una disgrazia e un’altra, pregava il santo protettore
dei viaggiatori perché tutto andasse bene.
Il mattino della partenza io ero agitatissimo per l’emo-
zione e la zia Ada per la .
La famiglia intera ci accompagnò all’aeroporto.
La mamma mi riempiva di raccomandazioni incredi-
bili, del tipo:
– Ti raccomando, non toccare niente, non rompere
niente, non perderti, fai il bravo.
Il papà, più pratico, o forse migliore conoscitore della
sorella, mi suggeriva:
– Stai attento alla zia, non lasciarla sola, lo sai che si
perde in un bicchier d’acqua e si agita per nien-
te. Cerca di riportarcela a casa sana e salva.
A me le parole e le raccomandazioni entravano da un
orecchio e uscivano dall’altro: tra pochissimo avrei
volato, tutto il resto, per me, era un optional!