Page 11 - DEMO Frullato di risate
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Passato il check-in persi anche gli ultimi saluti che
mamma si ostinava ad urlarmi e le
invidiose di mia sorella minore.
Dopo una breve camminata sbucai all’aperto, con al-
tri viaggiatori salii sul pulmino dell’aeroporto che ci
depositò proprio davanti alla scaletta dell’aereo.
Con la mia carta d’imbarco in mano e dimentico del
resto del mondo, salii i gradini di corsa e mi presentai
raggiante alla hostess di bordo:
– Benvenuto a bordo dell’aeromobile – mi disse, ma
io stavo a bocca aperta e nemmeno riuscii a rispon-
derle.
Occupai il posto che avevo segnalato sulla carta d’im-
barco e solo allora cominciai a guardarmi intorno.
Estrassi il taccuino dal mio bagaglio a mano
e cominciai a disegnare alcuni interessanti particolari
del portellone che potevo vedere benissimo.
Solo diverso tempo dopo mi venne in mente che mio
padre mi aveva assegnato il compito di tener d’occhio
zia Ada, così alzai lo sguardo dal foglio, giusto per
scambiare due chiacchiere e poter dire, in coscienza,
di aver ubbidito a papà.
Quando la guardai in viso quasi mi spaventai; la zia
stava seduta a fianco a me, gli occhi semichiusi, il