GULLIVER FORMAT
- 13 e 14 maggio 2010
8
noscere con quale frequenza compare una problematica di que-
sto tipo.
Una condizione di handicap compare circa nell’1,2% della popo-
lazione evolutiva, un disturbo specifico circa nel 4%, un disturbo
collegato a uno svantaggio socio-culturale ha un’incidenza di un
altro 4%. Sommando queste percentuali, si può affermare che un
10% della popolazione evolutiva presenta problematiche di va-
rio genere.
Dunque in una classe di 25 bambini, mediamente due presen-
tano una problematica grave e in più poi in ogni classe ci sono
alunni stranieri, discoli, bulli ecc.
La classe è un caleidoscopio di problematiche e fare l’insegnante
è un mestiere difficilissimo.
Se entriamo nel campo dei disturbi specifici di apprendimento
dobbiamo riconoscere che, dal punto di vista di chi è già esper-
to di problemi d’apprendimento, si cerca di fare una distinzione
tra un disturbo che ha un carattere vero e proprio di specificità
e invece una difficoltà che non ha questo carattere di specificità.
Questa distinzione adesso è stata recepita anche a livello mini-
steriale.
C’è maggiore sensibilità e sono varie le circolari su provvedimen-
ti compensativi e dispensativi.
La difficoltà di un bambino potrebbe essere dovuta al basso livel-
lo socio-culturale, a problemi familiari, a fattori emotivo-motiva-
zionali, a problemi di socializzazione, handicap che non compro-
mettono lo sviluppo intellettivo ma l’apprendimento, soprattutto
gli handicap sensoriali. Queste sono difficoltà e non disturbi spe-
cifici.
C’è sempre questa aggiunta di aggettivo “specifico”, per dire che
è un problema intrinseco di apprendimento.
Ci sono anche delle sigle, una è DAS, ma la sigla che adesso si
usa sempre più è DSA.
1,2,3 4