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PRESENTAZIONE
Logica per... giocare
La logica – quella con la L maiuscola – è parsa per parecchi anni una pratica talmente seria,
importante, alta e “colta” da non poter essere tirata in causa quando si parlava di alunni della
scuola Elementare. I bambini eseguivano, ripetevano, seguivano uno schema, ma difficilmente
agivano mettendo in moto risorse proprie di pensiero; caso mai gli si chiedeva di applicare
teoremi o formule, calcolare e misurare, ma la logica...
Intorno agli anni sessanta la logica entrò in punta di piedi nelle scuole elementari, si cominciò
ad associarla all’aritmetica, ai numeri in generale e alla matematica, tanto è vero che in diverse
pubblicazioni dell’epoca si passò dalla dicitura “matematica” a “logico-matematica”, sottinten-
dendo la logica come valore aggiunto di tale disciplina. Nella pratica didattica quotidiana di
quaranta/cinquanta anni fa, l’alunno sapeva intuire al volo quale operazione fosse necessaria
alla risoluzione di un problema... era considerato dotato di logica. Chi era incerto... beh, era
carente in logica e non ci si poteva fare niente perché la logica o un alunno l’aveva di suo –
come bagaglio innato – oppure poco si poteva fare.
In realtà oggi sappiamo che le cose non stanno proprio in questi termini: l’intuito poco ha a
che vedere con la logica in quanto è un tipo di risposta immediata che non sempre si avvale
del ragionamento o del sapere acquisito tramite l’esperienza. Invece la logica è soprattutto ra-
gione e ragionamento; è la capacità di pensare, stabilire rapporti tra idee, esprimere opinioni
e giudizi, distinguere il vero dal falso.
Nell’attuale scuola Primaria si riconosce alla logica la funzione di timone dei pensieri tanto che
si usa il termine “logica” per definire qualsiasi “pensiero” che porti alla soluzione ragionata,
efficace ed economica di un problema. Se ne riconosce la trasversalità e quindi, implicitamen-
te, se ne riconoscono le diverse sfaccettature; non più l’esclusivo connubio logica-matematica
dunque, pur rimanendo molto stretto il rapporto tra i due aspetti, ma soprattutto si lavora per
educare al potenziamento e all’uso della logica attraverso una serie di attività, anche in forma
ludica, attraverso le quali si chiede agli alunni e alle alunne:
• di prendere in considerazione situazioni problematiche della vita reale per arrivare anche al
“problema” aritmetico, ma soprattutto per costruire strategie di risoluzione reali;
• di osservare un oggetto o una situazione da più punti di vista e confrontare gli esiti delle
diverse osservazioni;
• di classificare oggetti, elementi, forme, parole, situazioni, in base ad uno o più criteri;
• di formulare ipotesi risolutive e di effettuare la verifica delle stesse;
• di cogliere differenze, uguaglianze, similitudini e analogie tra due o più elementi o fatti;
• di “lavorare” con i numeri non solo applicati alle quattro operazioni.
Si propone cioè agli alunni di “usare la testa”, di ragionare, mobilitando una serie di strumenti
che sono in grado di aiutare e sostenere la catena dei pensieri. E questa risulta essere la miglio-
re delle strategie per abituarli a riflettere, a valutare diverse possibilità e opzioni, a non fermarsi
alla prima impressione, a vagliare col ragionamento ciò che si intuisce; cominciare a muoversi
nel mondo secondo questa ”logica” è importante per “crescere”.
Logica... in laboratorio
Quando si parla di logica si immagina spesso qualcosa di ostico; se poi si accenna all’accop-
piata “logica-matematica” la maggior parte dei docenti pensa a complessi esercizi di calcoli o
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