Page 8 - Demo Prove d'ingresso - CL4 - 23/24
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POSSIBILE SOLUZIONE
Quando finii di starnutire, mi resi conto che il davanzale sembrava
lontanissimo. Ci volle del tempo prima che capissi che il nettare dell’ape
mi aveva fatto diventare un minuscolo bambino-insetto come Nancy
Clancy.
Stavo per chiedere spiegazioni, ma l’ape mi aveva già preso in groppa,
poi ci aveva raggiunti Nancy Clancy con un balzo leggero, ed ecco che
eravamo in volo verso il cielo. La vista dall’alto era stranissima e devo
ammettere che all’inizio la sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco
non fu per niente piacevole. Per fortuna appena fuori dalla cittadina l’ape
rallentò, fino a fermarsi sul ramo di un albero. La nostra destinazione ci
stava davanti: era un alveare gigante. Entrandoci fui stupito dal via vai di
api laboriose che si affaccendavano: entravano e uscivano dall’alveare,
costruivano le celle, producevano cera… Tutte comunque correvano
all’impazzata e io fui urtato diverse volte, finendo a terra.
«Spettacolare, non trovi? All’inizio non ti muovi, poi dello slalom impari
la strategia, e mantieni l’equilibrio come per magia» mi disse Nancy
Clancy che stava davanti a me. Proprio in quell’istante un’ape mi travolse,
facendomi finire faccia al pavimento. L’ape che mi aveva portato con sé
all’alveare mi aiutò subito a rialzarmi, così colsi l’occasione per chiederle:
«Perché Nancy Clancy parla solo in rima?». «Se mangerai per molto
tempo il mio nettare succederà anche a te. Con quello anche le parole che
si pronunciano diventano più dolci.»
Purtroppo a me non accadde mai, il mio soggiorno nell’alveare durò solo
un paio di giorni. Poi salutai con rammarico Nancy Clancy e la sua amica
ape e tornai a casa. Però ancora adesso che sono ormai anziano e sono
passati tanti anni, ricordo ogni particolare della vita delle api. L’avventura
più bella della mia vita!