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l’Editoriale
Le buone relazioni
si imparano? di Laura DONÀ
n questo numero ci dedichiamo a cezioni della cura alle relazioni: per
Iun tema fondamentale all’interno costruire affetto e fiducia, importanti
della scuola e, in generale, nella vita: per la conoscenza di sé, per la costru-
la cura delle relazioni. zione delle identità e per imparare a
Enrica Colmanet, nel suo contributo, collaborare con gli altri.
ricorda che il termine relazione ri- In continuità si presenta il contributo
corre 52 volte nelle Linee pedago- di Enrica Colmanet, già citata, in cui
giche per il sistema integrato zero- si racconta l’esperienza di una scuola
sei e 96 volte negli Orientamenti dell’infanzia che, nel trovare uno spa-
nazionali per i servizi educativi per zio di incontro e condivisione con
l’infanzia. Se in questi documenti i genitori, riesce a fare squadra e a
pedagogici, i più recenti sul piano porre le basi per un dialogo autentico
ordinamentale per lo zerosei, la fre- tra insegnanti e familiari.
quenza del termine è elevata, la ri- Cristina Prandi stimola gli insegnanti
flessione che ne segue è quella di un a “mettere le mani in pasta” con le re-
riconosciuto grande valore della di- lazioni, sollecitando diverse proposte
mensione relazionale nel processo di esperienze: dal lavoro con il nome
di crescita e apprendimento degli alla costruzione condivisa di nidi,
individui. sempre in interazione con le famiglie.
Gli articoli dedicati al tema portano © Freepik.com Ricorda, inoltre, che ciò richiede «agli
all’attenzione diverse accezioni del adulti di “saper stare” nella relazione
termine, alcune riflessioni nello spe- ticolarmente pregnante rispetto al con i bambini, di scegliere una cultura
cifico sulle scuole dell’infanzia, qual- promuovere una cultura dell’affetti- della relazione, un orientamento edu-
che esperienza e alcune proposte di vità. Partendo dal nominare e ricono- cativo che educhi ai valori costitutivi
lavoro per costruire alleanze coe- scere le emozioni i bambini devono della democrazia».
renti tra scuola e famiglia mirate alle poi venire accompagnati in un viag- Infine, il contributo di Italo Fiorin ri-
buone relazioni. Vengono rilevate gio all’interno delle proprie paure e porta al centro la necessità di con-
come determinanti le relazioni tra difficoltà; in questo modo si offrono siderare la cura come attenzione al
adulti e, in particolare, tra educa- loro i mezzi per saperle affrontare. soggetto che apprende; questa atten-
trici, insegnanti, collaboratori sco- Stefania Bigi riprende, come è nel zione è di particolare interesse nelle
lastici, ecc. per costruire ambienti suo stile, uno spaccato di vita a scuole dell’infanzia, ma non solo, poi-
positivi, orientati al benessere dei scuola, incentrato sull’importanza ché occorre che gli insegnanti si ado-
bambini, al dialogo e al confronto delle parole che possono essere perino per esperienze attive di cura e
attivo, in quanto contribuiscono a ge- dette per portare conforto e far cre- di buone relazioni. Fiorin ricorda che
nerare sviluppo e competenze emo- scere l’idea che c’è sempre qual- «non si diventa cittadini attivi, consa-
tive solide che sono alla base delle cuno che si occupa di noi all’interno pevoli e responsabili ascoltando e ri-
buone relazioni. dell’edificio scolastico. A partire da petendo, ma partecipando da prota-
L’articolo di Nicoletta Morbioli è par- ciò vengono trattate le diverse ac- gonisti, imparando a dare».
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Progetto TRE-SEI Gulliver n. 236