Page 13 - DEMO Capriccio e il mistero della cantina
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               be permesso di avvicinare la nipote (aveva paura che
               lui la trascinasse in                           ), per que-

               sto lui la vedeva come un mostro spietato che si frap-
               poneva inesorabilmente fra di loro.

               in realtà nonna Matilde non era spietata e non era nep-
               pure un mostro; voleva molto bene ad Anna e siccome

               era tutto quello che le restava della sua famiglia, sen-
               tiva il dovere di proteggerla, senza rendersi conto di

               essere, a volte, un po’ troppo apprensiva.
               “ciao, Anna” disse capriccio non appena le fu vici-

               no; poi si affrettò subito ad aggiungere: “Buongiorno
               signora Matilde, come sta?” (cercava sempre di esse-

               re gentile con la nonna di Anna, sperava così di farle
               cambiare idea sul suo conto).

               “Bene, grazie” rispose seccamente nonna Matilde; poi
               rivolgendosi ad Anna: “Andiamo, forza, che a casa ti

               preparo la merenda.”
               capriccio non fece in tempo ad aprire bocca che Anna

               se n’era già andata trascinata dalla nonna.
               Ad un tratto si sentì toccare un braccio: “ciao, fac-

               ciamo la strada insieme?”. era Domenico che, tutto
                                , si apprestava a tornare a casa.

               Mentre camminavano fu capriccio il primo a parlare:
               “Li ho sentiti di nuovo ... quei rumori ... ieri sera.”
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