Page 10 - DEMO Capriccio e il mistero della cantina
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            “non è andata neanche male” pensò capriccio, “anzi,
            direi che è andata proprio bene ... non ha nemmeno

            nominato i miei genitori ... Forse ha finalmente capito
            che tanto non avrebbero il tempo di venire a scuola a

            parlare con lei ... e poi, sono sempre così stanchi!”
            il papà e la mamma di capriccio lavoravano entrambi

            in un’altra città. Si alzavano presto al mattino
            per prendere il treno e, prima di uscire di

            casa, era la mamma a svegliarlo dicendo
            “ciao capriccio. Stiamo per uscire. La

            colazione è sul tavolo in cucina ... ma prima lavati per
            bene, mi raccomando. Fai il bravo.” e, dopo avergli

            dato un bacio sulla guancia, aggiungeva: “ricordati
            di chiudere bene la porta prima di andare a scuola.”

            certo che l’avrebbe chiusa bene, non era più un bam-
            bino, ormai. Frequentava la quarta elementare ed era

            abituato a passare molte ore solo in casa.
            “carlo,  sai  dirmi  di  che  cosa  stavo  parlando?”  era

            la maestra che si era accorta della sua disattenzione.
            “cerca di non pensare ad altro, mi raccomando!”

            capriccio ce la mise tutta ma, dopo dieci minuti, la
            sua mente si era allontanata di nuovo verso qualcosa

            di più interessante. così, mentre la maestra spiegava
            il problema di matematica, lui si immaginava già fuo-
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