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Bambini cittadini
di Italo FIORIN
Pedagogista
Un bambino di successo
uando Boris Ivanovič aprì la lettera e ne lesse il Alla domanda del preside non avrebbero esitato a rispon-
Qcontenuto, lui e la moglie Anna sbiancarono. Il dere: frequentare la migliore scuola materna di Manhattan,
figlio di tre anni Miša era stato rifiutato dalla migliore tanto per cominciare. Ma il paradosso di Woody Allen aiuta
scuola materna di tutta Manhattan. «Non può essere» a riflettere su un problema che la leggerezza del racconto
disse Boris Ivanovič. «No, no, ci dev’essere un errore» non deve far passare in secondo piano. I genitori di Miša
convenne la moglie. vedevano come condizione del successo nella vita il rag-
«Dopo tutto è un bambino sveglio, piacevole ed estro- giungere un risultato esterno tangibile che li risarcisse dei
verso, dotato di buone abilità verbali e con una predi- sacrifici fatti e li ripagasse degli insuccessi avuti. Se ci ri-
sposizione per i pastelli e per Mr Potato Head.» flettiamo, non sono poi così introvabili genitori che ragio-
Boris Ivanovič aveva smesso di ascoltare ed era perso nano così. Ma nemmeno chi insegna è immune da questo
nei suoi pensieri. Come faceva a guardare in faccia i modo di intendere le cose. Non è nemmeno tanto para-
suoi colleghi alla Bear Stearns ora che il piccolo Miša dossale ritenere che l’ingresso nella scuola dell’infanzia
non era riuscito a entrare in una prestigiosa scuola per abbia un enorme potere sul futuro. Sappiamo infatti quanto
l’infanzia? 1 incidano le esperienze durante l’infanzia.
Proprio questa consapevolezza ci aiuta a rispondere alla
In un breve racconto, Woody Allen ironizza sulle aspet- domanda posta dal preside. Chi insegna nella scuola
tative che i genitori caricano sulle spalle dei loro figli, vi- dell’infanzia si relaziona a bambine e bambini di tre, quat-
vendo come una tragedia il fatto che la realtà non corri- tro, cinque anni. E nessuno di noi sa immaginare in che
sponde alle attese sognate. È evidente che ogni genitore modo vivranno da giovani, da adulti, da anziani. Tutto è
desidera “il meglio” per i propri figli e ogni buon inse- cambiato rispetto al passato. Ma proprio questa incertezza
gnante desidera il meglio per i propri bambini. Ma questo ci esime dal fare impossibili sforzi profetici: non possiamo
desiderio in che modo può essere assecondato? sapere come sarà il futuro. Possiamo perciò concentrarci
Nel libro Costruire comunità nelle scuole, Thomas J. Ser- sul presente e guardare bambine e bambini così come sono
giovanni racconta di un preside che, in una riunione con- curando e accompagnandoli a sviluppare le competenze
giunta insegnanti e genitori, pone la domanda «Se potes- che già possiedono. Quando Loris Malaguzzi parla dei
simo dare ai nostri figli e studenti un dono più grande di 100 linguaggi che un bambino possiede, e chiede di non
ogni altro dono, che non potrebbero mai conseguire senza trascurarne nessuno, ci offre la giusta direzione di lavoro.
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la cura che noi dedicheremmo loro, che dono sarebbe?» . Prendersi cura dei linguaggi che i bambini possiedono e
Il tema delle attese è molto delicato, perché chi educa ine- della diversità con la quale li padroneggiano, aiutarli a
vitabilmente propone ciò che ritiene essere importante, e imparare a utilizzarli tutti per far sentire la loro voce, per
tanto più è una figura significativa per chi è il destinatario nascere e rinascere sulla scena del mondo diventando,
delle sue attenzioni tanto più esercita un’influenza consi- sempre di più, sé stessi: questo è il compito educativo.
derevole. Boris Ivanovič e sua moglie desideravano “il me- Quale dono desiderare per i nostri figli, per i nostri alunni?
glio” per il piccolo Miša, aprirgli la strada verso università Si può rispondere come Boris Ivanovič, preoccupandosi
prestigiose per poi accedere alle professioni più ambite. che possano avere tutto ciò che desideriamo per loro, op-
pure si può cambiare logica, aiutandoli a essere ciò che
potrebbero essere, e che potranno essere anche grazie alla
1. rid. e ad. da Allen W., Il rifiuto, in The New Yorker, 14 aprile 2003; cura che noi sapremo dedicare loro. Persone di successo
trad. it. di Merani F. e S.
2. Sergiovanni T. J. (2000), Costruire comunità nelle scuole, LAS, Roma. non per quello che avranno, ma per quello che saranno.
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Progetto TRE-SEI Gulliver n. 229