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Bambini cittadini
Ma a scuola giungono anche altri bambini, altre infanzie, che
sperimentano altre fasi di sviluppo, altri periodi, molto più in-
tensi, in qualche modo già raggiunti dalla durezza della vita,
“bambini della partecipazione” . Ci sono condizioni di vita e
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ambienti culturali nei quali molto presto i bambini possono es-
sere chiamati a partecipare alla vita familiare, sociale e lavora-
tiva, in molte forme e con responsabilità e ruoli specifici. Sono
bambini che crescono in ambienti avversi, in situazioni di pre-
carietà economica, di svantaggio culturale, di vulnerabilità.
Se i bambini della preparazione sono condizionati dal vivere
un’esperienza protetta e di addestramento, i bambini della par-
tecipazione devono sviluppare molto precocemente l’autono-
mia, imparare a badare a sé stessi e spesso anche a prendersi
cura degli altri (i fratellini o le sorelline più piccole), delle loro
cose, delle faccende di casa. Sono bambini che vivono situa-
zioni di precarietà molto diverse, ma che hanno in comune la
necessità di crescere velocemente. Bambini figli di migranti,
bambini che hanno sperimentato un lutto in famiglia, bambini
che vivono nella povertà e nella marginalità, bambini che hanno
conosciuto separazioni… Questi bambini sanno della vita.
Bambini della partecipazione e bambini della preparazione,
che mai si incontrerebbero in altri ambienti, nella scuola si tro-
vano insieme a condividere gli stessi spazi, sedere vicini, gio-
1. Si deve alla psicologa ed educatrice Rita Gay l’aver coniato le espressioni “bambini della preparazione” e “bambini della partecipazione”.
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