Page 11 - DEMO Diario di scuola
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non hanno niente di simile a quelle che ricordavo da fine
giugno.
Mi siedo con il gruppo che sento mio e per un momento mi
scordo del perché e del percome sono qui, abbiamo le nostre
cose da dirci e andremmo avanti beate se il dirigente non
intervenisse, molestamente, a rompere l’incantesimo.
Già dopo le prime frasi mi risulta chiaro che tutto è come
sempre.
Avremo anche quest’anno il grande vantaggio di avere un
alto numero di alunni extra UE, cioè stranieri:
– Svizzeri? – chiedo e lo faccio perché a volte mi si risveglia
una voglia di provocazione pazzesca, come fosse una rivincita
a tutto quello che non posso cambiare.
Il collegio docenti mi fissa in silenzio mentre il dirigente
scuote la testa senza neppure darsi la pena di rispondere.
Gli stranieri che arrivano da ogni angolo del mondo in ogni
momento dell’anno scolastico sono una risorsa, un valore
aggiunto per la scuola, come ben si sa.
Sono cavoli nostri se non ne siamo consapevoli, se non
cogliamo il valore pedagogico di questa esperienza.
In quanto all’organico… cosa c’è da dire ancora?
Quattro gatti eravamo lo scorso anno e quattro gatti siamo
ancora; noi scuola di campagna, 108 alunni, 17 stranieri, 3
diversamente abili, 7 insegnanti “normali” stabili, 1 di sostegno
e 2 itineranti (religione e inglese): cos’altro si potrebbe volere
di più? È vero che altre scuole riescono a strappare qualche
persona in aggiunta, ma noi… come ci ricorda il dirigente,
siamo state sempre così brave a cavarcela da sole!
Che baggiane!
– E per le supplenze è cambiato qualcosa? – chiede una
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