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il gioco si configura sin dall’inizio come uno spazio di re-
lazione con i pari, come è naturale che sia. Anche i com-
pagni che collaborano nel gioco vanno sostenuti, supervi-
sionati e gratificati perché sono i nostri più preziosi alleati.
È molto importante accompagnare l’interazione ludica
con la verbalizzazione, descrivendo quello che si fa men-
tre si lavora con il bambino («Fai come me: adesso pren-
diamo il cubo rosso, lo mettiamo qui, prendiamo il cubo
giallo, lo mettiamo sopra, facciamo una torre! Mettiamo
un altro cubo», ecc.) e motivandolo con le parole e con
il tono di voce. L’obiettivo finale è che il bambino diventi
capace di svolgere da solo l’intera sequenza di azioni
sulla base di una sollecitazione verbale (ad esempio, «Fai
la torre con i cubi»), senza più la necessità di un modello.
Il gioco dei cubi si presta a molte combinazioni e sviluppi:
si può mettere un pupazzetto sotto il ponte, un animaletto
sopra una torre, inserire delle figurine o delle foto per co-
struire scenari, ecc.
A partire da questa prima attività si può successivamente
passare a insegnare a giocare con giocattoli semplici,
come ad esempio le bambole. Anche in questo caso, do-
vendo inizialmente ricorrere all’imitazione, è necessario © Freepik.com
disporre di giocattoli in numero doppio. L’insegnante-mo-
dello prende la bambola e sollecita il bambino a fare al- gradualmente fino ad arrivare al momento in cui il bam-
trettanto, chiedendogli poi di imitare azioni quali cullare bino sarà in grado di giocare da solo con i suoi giocattoli.
la bambola tra le braccia, accarezzarla, metterla a nanna, Come già proposto per il gioco con i cubi, quando avrà
coprirla con una coperta, darle la pappa, ecc.; anche in imparato prima a collaborare nel gioco con l’insegnante,
questo caso è importante gratificare il bambino quando poi a svolgere le attività su sollecitazione verbale, quindi
partecipa al gioco in modo collaborativo, svolgendo le spontaneamente avendo a disposizione i giocattoli che ha
azioni proposte. In seguito si potrà insegnare a lavare la imparato a conoscere, potremo coinvolgere i compagni
bambola, a vestirla e così via. Si tratta di comportamenti sempre di più. Saranno così essi a fungere da modello, a
complessi, che potrebbero richiedere anche molto tempo sollecitare il gioco offrendo un repertorio sempre più va-
e altrettanta pazienza. sto di attività, a estendere le esperienze ludiche in modo
Allo stesso modo si può insegnare a giocare con macchi- naturale. A questo punto non serviranno più i “doppioni”,
nine, camion o altri giocattoli di questo tipo. Un camion in quanto i bambini potranno anche scambiarsi i giocat-
fa molte cose: si ferma, si muove, può essere guidato toli imitandosi e interagendo tra loro.
attraverso una città (fatta di cubi), può essere rifornito di Una volta che, a partire dall’imitazione, si sarà stabilizzato
benzina, caricato e scaricato. È importante verbalizzare il gioco spontaneo con l’utilizzo dei cubi, della bambola,
le azioni, insegnando al bambino (se si ritiene che sia in del camion e di altri giocattoli semplici, sarà relativamente
grado di farlo) a spiegare a sua volta ciò che sta facendo facile estendere lo stesso tipo di insegnamento ad attività
mentre gioca. Naturalmente bisogna sempre procedere con come la danza, lo sport (ad esempio la pallacanestro) il
un’attenta gradualità, iniziando con un’attività semplice, disegno e ad altre esperienze di tipo ludico e ricreativo.
come ad esempio muovere il camion avanti e indietro. In questo modo, dedicando uno spazio giornaliero all’inse-
Man mano che il bambino diventa più abile nell’imitare gnamento-apprendimento del gioco, si potranno ampliare
le azioni, l’insegnante può a poco a poco ritardare il progressivamente le competenze cognitive, linguistiche,
completamento dell’attività, in modo che l’intervallo tra il comunicative e sociali del bambino, insieme al senso di
comportamento del modello e quello del bambino aumenti autoefficacia e alla fiducia in sé.
NUOVO NEWS n. 230 marzo 2022 15