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alunni di origine straniera
Il mediatore linguistico-culturale:
una risorsa da valorizzare
il bambino parlava poco, era schivo, tendeva a isolarsi
e a non socializzare molto con i compagni.
di Rosetta POSTERINO La mediatrice, dopo un breve periodo di osservazione
Docente di scuola primaria
in aula e successivi colloqui con i genitori e con il bam-
bino, ha capito che l’alunno non manifestava alcun di-
sagio a dialogare nella lingua madre, e che la difficoltà
el processo di inclusione degli alunni di origine a esprimersi in italiano era invece da ascriversi alla po-
Nstraniera un ruolo importante è quello del media- vertà di stimoli e di esperienze extrascolastiche, poiché
tore linguistico-culturale. Una articolata definizione dei i suoi genitori avevano faticato essi stessi a inserirsi nel
compiti di tale figura in ambito educativo si trova nelle tessuto sociale e perciò si erano molto concentrati sul
Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni lavoro finendo per isolarsi.
stranieri allegate alla C.M. n. 24/2006: accoglienza degli Il bambino aveva quindi bisogno di creare delle relazioni
alunni stranieri; facilitazione del rapporto tra la scuola profonde e significative, e quale migliore luogo da cui
e le famiglie, anche mediante informazioni sulla scuola partire se non la propria classe? Fondamentale è stata la
nei Paesi di origine e sulla storia scolastica e personale collaborazione tra le insegnanti e la mediatrice nel la-
dei singoli alunni; agevolazione della comunicazione, vorare congiuntamente a un percorso che ha coinvolto
attraverso la traduzione di avvisi, messaggi e documenti; tutti gli alunni della classe, sia con attività di arricchi-
promozione dell’educazione interculturale e della valo- mento linguistico sia con momenti di reciproca cono-
rizzazione della lingua e della cultura di origine degli scenza, nei quali Zmu raccontava cosa ricordava della
alunni stranieri. Cina e quali erano i suoi cibi preferiti, chiedendo poi ai
Il ruolo del mediatore linguistico-culturale è quindi quello compagni quali erano i loro. Se gli mancavano le parole
di ponte tra culture diverse, di collante tra il neoarrivato interveniva la mediatrice, che ha affiancato l’insegnante
e il contesto scolastico e sociale, e non semplicemente alternando le funzioni di facilitatore linguistico e di sup-
quello di interprete, come a volte rischia di essere ridut- porto emotivo, a seconda della situazione.
tivamente inteso. Il secondo caso è quello di Mei Ling, una bambina di
Riportiamo a titolo di esempio l’esperienza di una me- otto anni che alla fine della classe seconda ancora non
diatrice cinese in relazione a due casi, risolti positiva- pronunciava alcuna parola in italiano. La mediatrice at-
mente grazie al suo contributo. traverso il colloquio con i genitori apprende che Mei
Il primo caso riguarda un bambino, che qui chiame- Ling aveva iniziato a parlare tardi, e nell’incontro con
remo Zmu, nato in Italia, che aveva frequentato due anni la bambina si rende conto che questa ha difficoltà an-
di scuola dell’infanzia ed era stato poi inserito in una che a esprimersi nella lingua madre.
classe prima, e che aveva ancora difficoltà a parlare la D’accordo con le insegnanti la famiglia viene quindi in-
lingua italiana. dirizzata al pediatra per gli approfondimenti del caso,
Le insegnanti, dopo qualche tempo dall’inizio della scuola, che porteranno poi alla certificazione di disabilità di tipo
hanno contattato la mediatrice, poiché hanno notato che cognitivo e all’assegnazione dell’insegnante di sostegno.
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