Page 6 - Progetto Tre-sei- Febbraio235- 2024/2025- Demo Rivista cartacea
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Bambini cittadini
di Italo FIORIN
Pedagogista
L’ambiente scuola, come lo vorrei
ambiente fisico, inteso come pareti, spazi, arredi, in- Narrazione. La documentazione occupa una parte impor-
L’terno ed esterno della scuola, costituisce il paesaggio tante nell’apprendimento. Lo spazio deve poterla consen-
quotidiano entro il quale i bambini si muovono. Molti, a tire nelle varie modalità possibili. Visibilità, trasparenza,
ragione, parlano di “ambiente educatore” per l’influenza tracce, immagini, disegni, scritture, tutto dovrebbe con-
che esercita su quanti lo abitano, per le condizioni e i vin- sentire e favorire l’autonarrazione, così da poter restituire
coli che pone, per le possibilità di esplorazione che apre la presenza dei bambini anche quando non sono fisica-
(o preclude). Si tratta ovviamente di un ambiente proget- mente presenti e raccontare le loro attività.
tato, e quindi intenzionale. Oggi c’è giustamente molta Interno/esterno. Molte sono le scuole che consentono fa-
attenzione alla componente fisica degli edifici scolastici e cili transizioni tra chiuso e aperto, tra il “dentro dell’aula”
ci sono esperienze significative, anche se purtroppo non e il “fuori del giardino”. Ma non si tratta solo di questo.
numerose, nelle quali in fase di progettazione o di ristrut- Sarebbe bello che la scuola presentasse verande o tettoie
turazione partecipano insieme agli architetti e ai tecnici per stare all’aperto a guardare la pioggia, che possedesse
anche pedagogisti, psicologi e insegnanti. Il loro contributo oggetti per “vedere” il vento e spazi verdi, anche piccoli,
è di grande rilevanza, perché può suggerire alcuni criteri in cui osservare la vita che li abita.
su cui si dovrebbero basare la pianificazione dell’edificio Comunità. La scuola è un luogo di relazioni significative,
e l’allestimento degli ambienti scolastici. caratterizzato più di ogni altra cosa dall’apprendere in-
sieme. Lo spazio relazionale è, soprattutto, spazio sociale,
CRITERI IRRINUNCIABILI che prevede la partecipazione, lo scambio, il lavorare in-
Di seguito ecco alcuni criteri da seguire che personalmente sieme. Nella comunità sono accolte tutte le diversità, è ri-
suggerirei con l’invito a creare architettonicamente un am- spettata e valorizzata la singolarità di ciascuno, c’è senso
biente capace di interpretarli. di appartenenza, ma anche rispetto per la privacy.
Relazionalità spaziale. L’ambiente va pensato non suddi-
viso funzionalmente e rigidamente in microspazi specializ- UNA SCUOLA “SECONDO I BAMBINI”
zati, ma articolato in spazi fluidi, favorevoli alle relazioni, Progettare una scuola ex novo è sicuramente affascinante.
che possono dare vita a molteplici attività. Uno spazio re- Purtroppo, però, gli insegnanti si trovano spesso a operare
lazionale non è definito da regole formali che immedia- in ambienti che non hanno contribuito a immaginare, e
tamente lo identificano come “scuola”, ma è uno spazio- che spesso sono molto lontani dai criteri suggeriti. Eppure,
laboratorio, dove possono sempre accadere nuove cose. si può fare e si fa moltissimo. Ci vuole molta creatività,
Polisensorialità. Lo spazio fisico va pensato come paesag- ma gli insegnanti della scuola dell’infanzia difficilmente si
gio da esplorare prima di tutto con i sensi, generando una rassegnano a subire uno spazio assegnato semplicemente
positiva sinestesia (cioè, una contaminazione dei sensi) fa- adattandovisi. C’è una sapienza pedagogica e una creati-
vorevole all’arricchimento dei processi cognitivi. Quindi, vità progettuale che sa ricavare ambienti educativi di ap-
bisogna prestare attenzione a luce, colore, regime acustico, prendimento belli e interessanti anche in situazioni poco
microclima, suggestioni tattili e olfattive. Uno spazio così felici. I criteri che abbiamo suggerito possono essere di
caratterizzato deve prevedere la presenza di sorgenti di stimolo per trovare soluzioni a misura delle esigenze e dei
luce, oggetti da smontare e montare, proiettori, materiali desideri dei bambini. Il risultato potrebbe essere un am-
plastici, ecc. Si tratta di uno spazio trasformabile, duttile, biente che sempre meno assomiglia alla scuola “secondo
progettabile e riprogettabile dai bambini, capace di mutare gli adulti”, perché sempre più si configuri come scuola “se-
continuamente in modo da essere fonte di esplorazione e condo i bambini”, pensata per loro e trasformata con loro.
di autoapprendimento.
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Progetto TRE-SEI Gulliver n. 235