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Bambini cittadini

                                                                            di Italo FIORIN
                                                                                  Pedagogista





                 L’ambiente scuola, come lo vorrei







              ambiente fisico, inteso come pareti, spazi, arredi, in-  Narrazione. La documentazione occupa una parte impor-
          L’terno ed esterno della scuola, costituisce il paesaggio   tante nell’apprendimento. Lo spazio deve poterla consen-
          quotidiano entro il quale i bambini si muovono. Molti, a   tire nelle varie modalità possibili. Visibilità, trasparenza,
          ragione, parlano di “ambiente educatore” per l’influenza   tracce, immagini, disegni, scritture, tutto dovrebbe con-
          che esercita su quanti lo abitano, per le condizioni e i vin-  sentire e favorire l’autonarrazione, così da poter restituire
          coli che pone, per le possibilità di esplorazione che apre   la presenza dei bambini anche quando non sono fisica-
          (o preclude). Si tratta ovviamente di un ambiente proget-  mente presenti e raccontare le loro attività.
          tato, e quindi intenzionale. Oggi c’è giustamente molta   Interno/esterno. Molte sono le scuole che consentono fa-
          attenzione alla componente fisica degli edifici scolastici e   cili transizioni tra chiuso e aperto, tra il “dentro dell’aula”
          ci sono esperienze significative, anche se purtroppo non   e il “fuori del giardino”. Ma non si tratta solo di questo.
          numerose, nelle quali in fase di progettazione o di ristrut-  Sarebbe bello che la scuola presentasse verande o tettoie
          turazione partecipano insieme agli architetti e ai tecnici   per stare all’aperto a guardare la pioggia, che possedesse
          anche pedagogisti, psicologi e insegnanti. Il loro contributo   oggetti per “vedere” il vento e spazi verdi, anche piccoli,
          è di grande rilevanza, perché può suggerire alcuni criteri   in cui osservare la vita che li abita.
          su cui si dovrebbero basare la pianificazione dell’edificio   Comunità. La scuola è un luogo di relazioni significative,
          e l’allestimento degli ambienti scolastici.          caratterizzato più di ogni altra cosa dall’apprendere in-
                                                               sieme. Lo spazio relazionale è, soprattutto, spazio sociale,
             CRITERI IRRINUNCIABILI                            che prevede la partecipazione, lo scambio, il lavorare in-
          Di seguito ecco alcuni criteri da seguire che personalmente   sieme. Nella comunità sono accolte tutte le diversità, è ri-
          suggerirei con l’invito a creare architettonicamente un am-  spettata e valorizzata la singolarità di ciascuno, c’è senso
          biente capace di interpretarli.                      di appartenenza, ma anche rispetto per la privacy.
          Relazionalità spaziale. L’ambiente va pensato non suddi-
          viso funzionalmente e rigidamente in microspazi specializ-   UNA SCUOLA “SECONDO I BAMBINI”
          zati, ma articolato in spazi fluidi, favorevoli alle relazioni,   Progettare una scuola ex novo è sicuramente affascinante.
          che possono dare vita a molteplici attività. Uno spazio re-  Purtroppo, però, gli insegnanti si trovano spesso a operare
          lazionale non è definito da regole formali che immedia-  in ambienti che non hanno contribuito a immaginare, e
          tamente lo identificano come “scuola”, ma è uno spazio-  che spesso sono molto lontani dai criteri suggeriti. Eppure,
          laboratorio, dove possono sempre accadere nuove cose.  si può fare e si fa moltissimo. Ci vuole molta creatività,
          Polisensorialità. Lo spazio fisico va pensato come paesag-  ma gli insegnanti della scuola dell’infanzia difficilmente si
          gio da esplorare prima di tutto con i sensi, generando una   rassegnano a subire uno spazio assegnato semplicemente
          positiva sinestesia (cioè, una contaminazione dei sensi) fa-  adattandovisi. C’è una sapienza pedagogica e una creati-
          vorevole all’arricchimento dei processi cognitivi. Quindi,   vità progettuale che sa ricavare ambienti educativi di ap-
          bisogna prestare attenzione a luce, colore, regime acustico,   prendimento belli e interessanti anche in situazioni poco
          microclima, suggestioni tattili e olfattive. Uno spazio così   felici. I criteri che abbiamo suggerito possono essere di
          caratterizzato deve prevedere la presenza di sorgenti di   stimolo per trovare soluzioni a misura delle esigenze e dei
          luce, oggetti da smontare e montare, proiettori, materiali   desideri dei bambini. Il risultato potrebbe essere un am-
          plastici, ecc. Si tratta di uno spazio trasformabile, duttile,   biente che sempre meno assomiglia alla scuola “secondo
          progettabile e riprogettabile dai bambini, capace di mutare   gli adulti”, perché sempre più si configuri come scuola “se-
          continuamente in modo da essere fonte di esplorazione e   condo i bambini”, pensata per loro e trasformata con loro.
          di autoapprendimento.


                                                                                                                5
                                                                                          Progetto TRE-SEI Gulliver n. 235
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