Page 15 - DEMO Leggendari romani
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– Non possiamo lasciare qui la cesta dei gemelli –
disse l’altro.
– Perché? – volle sapere lo schiavo.
– Perché il padrone ci ha ordinato di risalire tutto il
corso d’acqua e di raggiungere il luogo in cui il fiume
diventa impetuoso.
– Ma io sono sfinito, porto la cesta e questi due mar-
mocchietti sono pesanti. Le mie vecchie gambe non
hanno la forza di andare oltre; i piedi sono gonfi per la
fatica, ho il fiatone, piove anche oggi e le mie vecchie
ossa scricchiolano… anche questo è fiume, – disse,
indicando con un gesto del braccio lo specchio d’ac-
qua fangosa che copriva il campo – lasciamo qui i
piccini, chi mai lo verrà a sapere?
L’altro non fu difficile da convincere, in realtà era un
brav’uomo e non gli andava per niente di abbando-
nare i bambini e soprattutto di lasciarli più a nord,
dove l’acqua scendeva balzando di roccia in roccia,
con vortici e salti.
Delicatamente il vecchio schiavo che portava la cesta
di vimini si inginocchiò e la calò in quel tratto di fiu-
me che aveva esondato.
Era un uomo semplice, forse poco intelligente, ma
non era crudele: