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Le interviste di Nuovo Gulliver News
di fare un po’ di chiarezza, lasciando poi a ciascuno il compito di
trarre le proprie conclusioni. L’INVALSI è un ente pubblico di ri-
cerca. Tra quelli vigilati dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero
dell’Università e della Ricerca è tra gli ultimi in termini di costi a
carico del bilancio dello Stato.
Per svolgere tutte le sue funzioni l’INVALSI riceve in totale 18 mi-
lioni di euro l’anno, circa un quarto della spesa che mediamente
ciascun Paese europeo sostiene per l’esercizio dei compiti di valu-
tazione complessiva del sistema scolastico. Non stiamo parlando
quindi solo delle prove nazionali, ma anche delle rilevazioni inter-
nazionali, della valutazione delle scuole, della fornitura dei dati
sull’istruzione al Sistema Statistico Nazionale (SISTAN) – di cui l’I-
stituto è entrato a far parte dal 2016 – della ricerca e innovazione
in campo scolastico, oltre che dei costi per la retribuzione del per-
sonale e quelli generali di funzionamento. Come si accenna nella
domanda, alcuni critici argomentano che queste risorse potreb-
bero essere usate per far fronte ad altre urgenze.
Premesso che l’uso delle risorse richiede sempre una valutazione
di opportunità da parte del decisore politico circa la loro alloca-
zione, proviamo a fare qualche calcolo.
Fatte le debite approssimazioni, se si utilizzassero le risorse desti-
nate all’INVALSI per aumentare il tempo scuola, tenendo conto
solo dei costi diretti (insegnanti) e trascurando tutti i costi indiretti
(strutture, personale non docente, trasporti, ecc.), con il bilancio
dell’INVALSI si potrebbe garantire a ciascuna classe un po’ meno
di un’ora insegnamento aggiuntivo all’anno (circa 53 minuti). Se
questi sono i numeri, credo che sia meglio spostare eventualmente
la critica su altri aspetti.
44 NUOVO NEWS n. 230 marzo 2022