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Le parole dell’educazione
di Italo FIORIN
Pedagogista
Individualizzazione ndividualizzazione
I
e personal
e personalizzazioneizzazione
ell’articolo precedente abbiamo affermato che facilitare non si-
Ngnifica rimuovere ogni ostacolo all’apprendimento, ma collocare
le richieste che si fanno agli alunni al giusto livello di difficoltà, così che
l’asticella da superare non sia posta eccessivamente in alto, esponendo il
soggetto al quasi sicuro fallimento, né troppo in basso, rendendo banale
e priva di significato la prestazione richiesta.
Poiché ogni classe è composta in modo eterogeneo, e presenta al
proprio interno situazioni fortemente differenziate, non è semplice
individualizzare gli obiettivi. Non tutti i metodi didattici sono appli-
cabili con la necessaria flessibilità e, certamente, non il metodo della
lezione frontale. Quando l’insegnante espone i contenuti del suo
programma avvalendosi prevalentemente della trasmissione verbale,
definisce a priori il livello di difficoltà del suo discorso, ma i riceventi
non si trovano sullo stesso piano. Gilbert De Landsheere sostiene
che il vero problema è espellere dall’insegnamento la curva di Gauss,
cioè una didattica pensata per un inesistente alunno medio, quello
rappresentato dalla parte centrale della curva.
Poiché non è immaginabile che un insegnante possa seguire indivi-
dualmente ognuno dei suoi alunni, è necessario ricorrere a metodi
e modelli organizzativi meno rigidi. Le Indicazioni nazionali per il
curricolo si esprimono con grande chiarezza a tal proposito: «Le
4 NUOVO NEWS n. 230 marzo 2022