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GEOPEDAGOGIA
Educazione
e civiltà di Raniero REGNI
Docente ordinario di Pedagogia sociale Università LUMSA
Le civi
Le civiltà ltà
come progetti educativi
come progetti educativi
el primo articolo di questa rubrica ho provato a verse civiltà e le differenti mentalità che le caratterizzano.
Nspiegarne il titolo, chiarendo che cos’è la geope- La mentalità non è semplice riflesso della storia delle
dagogia e di cosa si occupa. Ma la rubrica ha anche un idee, né un concetto tappabuchi, ma qualcosa che sta al
sottotitolo, forse ancora più ambizioso. La geopedagogia crocevia tra etnologia e psicologia, tra sociologia e peda-
non riguarda solo la riflessione sulla globalizzazione e gogia. Per cui spesso la dimensione sociale è in ritardo
le sue sfide educative in un mondo sempre più intercon- sull’economia, ma il mentale appare spesso in ritardo sul
nesso ma non così solidale, e sui limiti planetari dello svi- sociale. Secondo il grande medievalista Jacques Le Goff
luppo e del cambiamento climatico, ma ha a che fare an- «la mentalità è ciò che cambia più lentamente. Storia della
che con altri soggetti che possiamo chiamare civiltà. mentalità, storia della lentezza nella storia». Le grandi ci-
viltà hanno lasciato dei segni profondi sulla mentalità.
CIVILTÀ E FORMAZIONE DELLE MENTALITÀ Per cui se, ad esempio, a partire dagli anni ’80 del secolo
Non facciamo che parlare di civiltà occidentale o cinese, scorso gli Stati Uniti hanno insegnato la tecnologia ai ci-
civiltà cristiana oppure islamica, e persino di civiltà e in- nesi, sperando che divenissero occidentali, questo non è
civiltà, al singolare. Questo termine viene usato e abu- accaduto proprio perché gli americani hanno sottovalu-
sato e, come per la globalizzazione, spesso nessuno si tato la permanenza della mentalità che cambia più lenta-
prende la briga di definirlo. Per civiltà si intende quell’in- mente della tecnica e della scienza. I cinesi si sono mo-
sieme di storia, lingua, cultura, religione, di paesaggio e dernizzati, ma rimanendo cinesi.
clima, fatto anche di un immaginario distinto dagli altri,
una radicale forma di intuizione dell’essere, un insieme LE GRANDI CIVILTÀ DEL NOSTRO TEMPO
di nuove forme istituzionali che hanno dato vita a una re- La civiltà ovviamente non può più essere contrapposta
altà che ha attraversato i secoli, all’interno della quale, alla barbarie come categoria morale atemporale, noi con-
pur nelle diversità culturali, si sono formate generazioni tro loro. Come scrive Tzvetan Todorov, «i barbari sono
di esseri umani. Come sosteneva con formidabili argo- quelli che negano la piena umanità degli altri», per cui «è
menti storici e sottigliezza concettuale lo storico della civilizzato, sempre e ovunque, chi sa riconoscere piena-
pedagogia Fabrizio Ravaglioli, una civiltà è un grandioso mente l’umanità degli altri». E appare ancor più vera la
curriculum educativo capace di modellare comporta- considerazione di Germaine Tillion, secondo la quale «la
menti e sentimenti, pensieri e mentalità. grande divisione in due categorie dell’umanità è di natura
Uno dei prodotti più sfuggenti, ma anche più interessanti morale... La differenza essenziale non è tra una cultura e
dal punto di vista educativo, è proprio il legame tra le di- l’altra, ma tra l’uomo e la bestia».
6 NUOVO NEWS n. 243 ottobre 2023