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Alunni di origine straniera
di Lucia MADDII
Dirigente scolastica
I
Insegnare nelle classi multiculturalinsegnare nelle classi multiculturali
elle classi caratterizzate da una composizione al- con i figli. A tutto ciò si aggiunge il complicato processo
Ntamente variegata per la diversità delle origini, dei di costruzione identitaria, nella delicata relazione fra valori
luoghi di nascita dei bambini e per le differenti competenze della cultura di origine e adesione ai modelli dei pari.
linguistiche, diventa più complessa la progettazione delle Poiché le famiglie sono un fattore importante per favorire
attività didattiche e degli interventi a supporto degli alunni il successo scolastico, anche degli alunni delle seconde
con background migratorio. generazioni, la scuola può sostenerle valorizzando le
Mentre le fasi iniziali di sviluppo dell’italiano L2 sono culture di origine e incoraggiando gli adulti a migliorare
uguali per tutti gli alunni neoarrivati (anche se i tempi di l’italiano mediante la frequenza di corsi.
acquisizione possono essere diversi), nei bambini di se- Un secondo tipo di intervento può prevedere, in conti-
conda generazione si nota invece un’ampia variabilità delle nuità con la scuola dell’infanzia, iniziative precoci per
competenze linguistiche in base alle comunità di apparte- la prevenzione della povertà linguistica, ad esempio
nenza, alle possibilità di contatti extrascolastici con i pari attraverso giochi, attività teatrali, laboratori “del fare e del
e alle condizioni sociali della famiglia. raccontare”.
Per molti di questi bambini il termine italiano L2 appare La classe ad abilità differenziate non va vista come una
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ormai inadeguato; l’italiano diventa la lingua filiale (cioè somma di individui diversi, ma come un insieme dinamico
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la lingua dei figli di immigrati), mentre nel corso degli anni dove ciascuno può contribuire all’apprendimento in ma-
si assiste alla perdita progressiva della lingua materna, niera cooperativa lavorando nel piccolo gruppo (omoge-
quella con cui i bambini sono stati cullati e coccolati. Il neo o eterogeneo per competenze), in coppia o come tutor
fenomeno della perdita della lingua materna è dovuto in fra pari o fra alunni di età diverse. In classe è opportuno
parte a scelte familiari (taluni decidono di parlare solo in inoltre avvalersi di una molteplicità di strumenti didat-
italiano con i figli), allo status della lingua di origine e al tici e utilizzare vari canali comunicativi, proporre compiti
precoce inserimento nel contesto italofono senza un con- autentici significativi per i bambini, e utilizzare spesso un
vinto supporto al mantenimento della lingua dei genitori. approccio ludico ed esperienziale alle conoscenze, coniu-
Ciò può avere delle conseguenze piuttosto pesanti nelle gando sempre il fare con la rielaborazione orale e scritta
relazioni familiari; se gli adulti non parlano bene l’italiano, di quanto svolto e appreso. Infine, il lavoro in classe può
sarà il bambino il più competente in famiglia mentre i essere potenziato se si riescono a facilitare i contatti con
genitori avranno problemi a mantenere l’autorevolezza i pari anche al di fuori della scuola: gruppi pomeridiani,
associazioni ricreative, società sportive possono essere
dei partner per costruire alleanze educative nel territorio.
1. Favaro G. (2020), Bilinguismi al plurale: per scelta, per nascita, per
migrazione. Repertori e pratiche linguistiche nelle scuole e nei servizi
educativi per l’infanzia, in Italiano LinguaDue, anno 12 n. 1, pp. 288- 2. Caon F. (a cura di) (2006), Insegnare italiano nella classe ad abilità
306. differenziate, Guerra Edizioni, Perugia.
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