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Glottodidattica per l’infanzia
di Maria Cecilia LUISE
Docente di glottodidattica - Università degli Studi di Udine
La “grammatica delle storie”
e la produzione di testi narrativi
ell’articolo pubblicato sul nu- utilizzare specifiche strategie di grammatica che servirà a dare forma
Nmero precedente (v. Progetto memorizzazione, di costruire rap- alle produzioni narrative autonome.
Tre-Sei Gulliver n. 208, febbraio porti di causa effetto, relazioni La produzione di testi narrativi, in-
2022) abbiamo introdotto il concetto spaziali e strutture temporali, di fatti, inizia già a due anni con il rac-
di competenza narrativa e definito mettere in sequenza gli eventi; conto dei fatti personali vissuti dal
quali sottocompetenze sono centrali 3 permette di dare un significato bambino in prima persona, per pas-
nell’educazione linguistica dei bam- e una coloritura emotiva a sé e sare a storie che progressivamente
bini della scuola dell’infanzia: saper al mondo; attraverso le storie il presentano un fatto problematico e
comprendere storie narrate da altri, bambino impara a riconoscere e le conseguenti possibili soluzioni.
narrare storie (telling) e ri-raccontare nominare emozioni vissute e a Diversi studiosi hanno indagato e
storie (retelling). parlare di sentimenti e compor- descritto la struttura tipica del testo
Dopo aver affrontato il tema della tamenti propri e altrui; narrativo, il sistema di regole di co-
comprensione di storie narrate da al- 3 sviluppa il pensiero divergente e struzione di un testo ben formato,
tri, ci concentreremo sulla loro pro- creativo, rivela il mondo interiore le regole canoniche delle storie, la
duzione e riproduzione. e libera la fantasia, l’immagina- struttura condivisa attraverso la quale
Se la narrazione è la forma espres- zione, l’intuizione. la nostra mente riconosce, elabora
siva con la quale gli esseri umani Ma se per il bambino il mezzo nar- e comprende il contenuto di un te-
danno significato alle loro esperienze rativo è strumento privilegiato di svi- sto narrativo. Ricordiamo solo due
e l’uomo ha una predisposizione in- luppo linguistico e di conoscenza modelli.
nata a interpretare il mondo in forma del mondo, va sottolineato altresì Il modello della “grammatica delle
di narrazione, per il bambino la pra- che saper narrare non è una dote in- storie” di Stein e Glenn rileva come
tica narrativa è strumento educativo, nata, ma un’abilità che può essere e un racconto ben formato sia compo-
di sviluppo e conoscenza. va insegnata. sto da due elementi essenziali: l’am-
Infatti, la pratica della narrazione e Accanto alla pratica della lettura/del biente – il setting, che introduce il
della ripetizione di storie: racconto di storie da parte dell’inse- contesto iniziale e i personaggi prin-
3 stimola le competenze linguisti- gnante, vanno proposte fin dal primo cipali – e l’episodio, a sua volta ar-
che e comunicative – ampliando anno di scuola dell’infanzia le atti- ticolato in evento iniziale, risposta
il lessico e le strutture linguisti- vità di re-telling, di rievocazione di interna, tentativi, conseguenze, re-
che e frasali, insegnando a gestire quanto è stato raccontato da altri: è azione.
gli aspetti sociali, contestuali e un’attività propedeutica non soltanto Il secondo modello che citiamo
dialogici della narrazione legati allo sviluppo delle abilità di atten- è forse quello più noto nel conte-
all’ascolto, alla comprensibilità, zione e ascolto, ma anche alla capa- sto scolastico in quanto alla base
ai significati condivisi e alle pra- cità di identificare e richiamare alla di molte proposte e materiali didat-
tiche collettive e culturali; memoria gli elementi fondamentali tici, e fa riferimento alla “morfologia
3 contribuisce allo sviluppo co- del racconto e di scoprire l’esistenza della fiaba” di Propp, che già all’ini-
gnitivo – in quanto richiede di di una struttura tipica delle storie, una zio del secolo scorso ha evidenziato
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