Page 7 - Rivista Progetto Tre Sei Aprile 2024 - Demo Cartacea
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Bambini cittadini

                                                                            di Italo FIORIN
                                                                                  Pedagogista







                                                   Insieme







              educazione, intesa come accompagnamento di un    dialogo, di scambio, di reciprocità.
          L’bambino nel suo percorso di crescita, necessita di   E, ancora chiedendo aiuto alla riflessione sulla terminolo-
          un contesto nel quale i diversi soggetti che partecipano a   gia, propongo una forzatura etimologica. Polo richiama,
          questo compito operino in una logica di alleanza. C’è bi-  se non altro per assonanza, un altro termine greco, polis,
          sogno di un “villaggio educativo”, per riprendere il noto   comunità di cittadini. Il significato però è dinamico: la
          proverbio africano. In questo villaggio la famiglia occupa   polis non è, semplicemente, un luogo fisico, ma sociale;
          il primo posto, ha una responsabilità primaria. Questo è   esiste se i cittadini la fanno vivere. Mi piace pensare che
          ben chiaro alle educatrici che sono quotidianamente impe-  questo sia il compito dei Poli, spazi di costruzione di cit-
          gnate a tessere la rete di una collaborazione non occasio-  tadinanza, a partire dal riconoscimento dei diritti delle
          nale, purtroppo dovendo spesso registrare tante difficoltà   bambine e dei bambini e della cura che questo ricono-
          al coinvolgimento e contrastare, per quanto possibile, un   scimento richiede. Scrivono le Linee pedagogiche: «Non
          atteggiamento di delega. Ma la rete collaborativa si estende   va trascurato l’impatto della presenza del Polo per l’infan-
          anche ad altri soggetti che possono avere un ruolo signifi-  zia come luogo di aggregazione sociale che favorisca la
          cativo, dai servizi sociali, alle associazioni, alle istituzioni   partecipazione delle famiglie all’esperienza formativa dei
          presenti nel territorio…                             bambini, la costruzione di legami comunitari e costituisca
          Dentro questa logica di alleanza e cooperazione si iscrive   un punto di riferimento e un sostegno importante per af-
          l’istituzione dei Poli per l’infanzia, avviata dal decreto le-  frontare l’esperienza genitoriale. Il Polo per l’infanzia può
          gislativo n. 65/2017. Si tratta di una proposta che ha a   diventare, quindi, un punto di aggregazione di servizi for-
          che fare con l’esigenza di garantire una governance effi-  mativi, un luogo di incontro, di eventi culturali, scambi e
          cace al sistema 0-6, e chiama in gioco aspetti organizza-  gemellaggi, di sostegno alla genitorialità, caratterizzandosi
          tivi e logistici. Prima ancora, però, è opportuno coglierne   come un vero e proprio “centro risorse” educative».
          il significato pedagogico, non legato a tali pur importanti   Punti di aggregazioni, luoghi di incontro, ecco come ci
          aspetti, ma ai valori che vi sono implicati. Può essere di   piace immaginare i Poli, spazi di quella conversazione ne-
          aiuto riflettere sul significato etimologico di “polo”. De-  cessaria tra soggetti diversi che cercano, in educazione, di
          riva dal latino polus (e, prima ancora, dal greco pólos),   parlare lo stesso linguaggio, quartieri qualificati del grande
          che significa perno, asse, cardine. L’etimologia ci dice che   villaggio educativo che insieme si è chiamati a costruire,
          cosa dovrebbe essere questo “luogo”, il cardine di un’al-  luoghi ai quali ben potrebbe adattarsi la definizione di
          leanza, l’asse che consente il buon coordinamento del si-  Lewis Mumford: «Forse la migliore definizione che si può
          stema educativo che riguarda i bambini. È importante non   dare della città nei suoi aspetti più nobili è quella di luogo
          perdere di vista la connotazione pedagogica dei Poli, al-  teso a offrire le maggiori possibilità di conversazioni si-
          trimenti facilmente esposti a una interpretazione, nel mi-  gnificanti».
          gliore dei casi, efficientistica, nel peggiore, burocratica,   Il tradizionale isolamento delle educatrici, ma anche
          che li svuoterebbe di senso. Le Linee pedagogiche lo di-  quello dei genitori, o degli operatori dei servizi educativi
          cono apertamente: «L’importanza dei Poli per l’infanzia va   e sociali, ciascuno impegnato a svolgere il proprio com-
          al di là della semplice condivisione di uno spazio» e il Polo   pito all’interno dei confini che delimitano il proprio spe-
          diventa luogo che «sollecita uno scambio continuativo di   cifico territorio educativo, lascia il posto alla logica della
          riflessioni ed esperienze». Ci piace immaginarlo come la   partecipazione. I rapporti, facendosi più fitti e naturali, si
          piazza del villaggio educativo che sa prendersi cura dei   consolidano attraverso una multidimensionalità di sguardi
          bambini in una logica di insieme, luogo di incontro, di   e di condivisioni.


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