Page 31 - DEMO Leggendari romani
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               Romolo invece era soddisfatto, troppo forse.
               Si era persino scordato di suo fratello gemello.

               La città che stava fondando occupava ogni suo pen-
               siero, la immaginava bella, forte e invincibile e pen-

               sava a se stesso come ad un grande re, il primo di una
               lunga serie.

               – Gli dei sono dalla mia parte! – diceva ai pastori che
               lo circondavano allegri – Mio padre, il valoroso Mar-

               te, mi ha scelto per fondare una città che diventerà
               immortale.

               Romolo era instancabile, misurava a passi lo spazio
               necessario  a  realizzare  il  sogno  che  aveva  in  testa,

               chiamava un amico, conficcava un paletto di legno
               nel terreno, saliva rapido su un colle per poi scendere

               velocemente dalla parte opposta.
               Ad un certo punto mandò a prendere, in un villaggio

               vicino, un aratro trainato da un bue.
               Ci volle poco, ma ugualmente lui lo attese con ansia.

               Quando il bue arrivò Romolo fu svelto, afferrò l’ara-
               tro e spingendo la lama nella terra morbida disegnò

               una profonda riga nel prato.
               – Questo è il solco sacro, è il perimetro della mia città;

               sarà una città unica e chiunque cercherà di superarne
               le mura incontrerà la morte – disse rivolto a tutti gli
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