Page 30 - DEMO Leggendari romani
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mogenito e un secondogenito – risposero quasi con-
temporaneamente i ragazzi.
– Allora bisogna che vi affidiate al caso e al volere
degli dei, interpretando i segni augurali, – decise per
tutti un pastorello – sarà re della nuova città chi tra
voi vedrà volare lo stormo di uccelli più numeroso.
Quella soluzione, chissà perché, sembrò a tutti la più
ragionevole. Remo e Romolo si misero a scrutare il
cielo e poco dopo Remo, che era salito sul colle chia-
mato Aventino, vide sei corvi in volo, stava già per
esultare quando Romolo, che stava sul colle Palatino,
indicò uno stormo di dodici corvi.
Il caso o la fortuna o gli dei avevano scelto Romolo.
– Sono il re! – esultò il ragazzo.
Remo ci rimase malissimo!
– Perché lui? – si chiedeva Remo – Che cos’ha più di
me? Perché gli dei l’hanno scelto?
Si muoveva scuro in volto; accettare di non essere
il prescelto gli era difficile e una strana emozione lo
agitava facendogli male all’anima: era la gelosia.
– Se lui non ci fosse, io sarei il capo assoluto. Se fosse
annegato nel fiume… se la lupa l’avesse mangiato…
se Faustolo non l’avesse trovato… – pensieri cupi si
agitavano nel cuore di Remo.