Page 28 - DEMO Leggendari romani
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D’altra parte erano figli del dio della guerra e non ci
si poteva aspettare pietà da loro.
In seguito liberarono dalle prigioni il vecchio nonno
Numitore e lo rimisero a capo della città.
Dopo queste azioni era impossibile per i gemelli Ro-
molo e Remo tornare a fare i pastori, proprio come
aveva pensato Laurezia.
– Siamo gemelli e siamo imbattibili! – ragionava
Remo – Molti giovani ci seguono e chiedono di po-
ter stare con noi.
– Siamo di stirpe divina per parte di padre e per parte
di madre; discendiamo da Enea l’eroe, figlio di An-
chise e della dea Venere. Possiamo fare grandi cose
– sosteneva Romolo.
Per cominciare chiesero il permesso al nonno per fon-
dare una nuova città, poco distante da Alba Longa.
Così Romolo, Remo e i pastori che erano loro com-
pagni, si misero alla ricerca del posto ideale; trova-
rono un vasto territorio caratterizzato da ben sette
dolci colline e lo scelsero.
Era attraversato dal fiume Tevere seguendo il quale
si arrivava al mare; era un fiume ricco d’acqua, lar-
go, con un’isola tutta verde nel centro: il posto ideale
per costruire una città.