Page 35 - Nuovo Gulliver News Marzo 2022 - Rivista Versione Web
P. 35
Disabilità e inclusione
proposte, possiamo inizialmente aiutarlo fisicamente guidando
le sue mani e attenuando pian piano l’aiuto. Quando il bambino
comincia a capire e a diventare abile, possiamo invitarlo diretta-
mente a realizzare il “prodotto finale” chiedendogli di riprodurre
una costruzione, anziché ripetere ogni azione passo dopo passo.
Se il bambino appare interessato e capace, si può lasciare il ruolo
di “modello” a un compagno, che propone le attività e lo sollecita
a collaborare con lui. In questo modo il gioco si configura sin dall’i-
nizio come uno spazio di relazione con i pari, come è naturale che
sia. Anche i compagni che collaborano nel gioco vanno sostenuti,
supervisionati e gratificati perché sono i nostri più preziosi alleati.
È molto importante accompagnare l’interazione ludica con
la verbalizzazione, descrivendo quello che si fa mentre si lavora
con il bambino («Fai come me: adesso prendiamo il cubo rosso,
lo mettiamo qui, prendiamo il cubo giallo, lo mettiamo sopra, fac-
ciamo una torre! Mettiamo un altro cubo», ecc.) e motivandolo con
le parole e con il tono di voce. L’obiettivo finale è che il bambino
diventi capace di svolgere da solo l’intera sequenza di azioni sulla
base di una sollecitazione verbale (ad esempio, «Fai la torre con i
cubi»), senza più la necessità di un modello.
Il gioco dei cubi si presta a molte combinazioni e sviluppi: si può
mettere un pupazzetto sotto il ponte, un animaletto sopra una
torre, inserire delle figurine o delle foto per costruire scenari, ecc.
A partire da questa prima attività si può successivamente passare
a insegnare a giocare con giocattoli semplici, come ad esempio
le bambole. Anche in questo caso, dovendo inizialmente ricorrere
all’imitazione, è necessario disporre di giocattoli in numero dop-
pio. L’insegnante-modello prende la bambola e sollecita il bam-
32 NUOVO NEWS n. 230 marzo 2022