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Disabilità e inclusione
Come già proposto per il gioco con i cubi, quando avrà imparato
prima a collaborare nel gioco con l’insegnante, poi a svolgere le
attività su sollecitazione verbale, quindi spontaneamente avendo
a disposizione i giocattoli che ha imparato a conoscere, potremo
coinvolgere i compagni sempre di più. Saranno così essi a fungere
da modello, a sollecitare il gioco offrendo un repertorio sempre
più vasto di attività, a estendere le esperienze ludiche in modo na-
turale. A questo punto non serviranno più i “doppioni”, in quanto
i bambini potranno anche scambiarsi i giocattoli imitandosi e in-
teragendo tra loro.
Una volta che, a partire dall’imitazione, si sarà stabilizzato il gioco
spontaneo con l’utilizzo dei cubi, della bambola, del camion e di
altri giocattoli semplici, sarà relativamente facile estendere lo
stesso tipo di insegnamento ad attività come la danza, lo sport
(ad esempio la pallacanestro) il disegno e ad altre esperienze
di tipo ludico e ricreativo.
In questo modo, dedicando uno spazio giornaliero all’insegnamen-
to-apprendimento del gioco, si potranno ampliare progressiva-
mente le competenze cognitive, linguistiche, comunicative e sociali
del bambino, insieme al senso di autoefficacia e alla fiducia in sé.
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