Page 90 - Nuovo Gulliver News Ottobre 2023 - Interni
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            ATTIVITÀ n. 1
           Leggete il testo, poi rispondete alle domande.       Uruk. Mentre schiacciava un pisolino, non vide un serpente
                                                                che, odorato il profumo della pianta, la divorò. Non appena
                          Gilgamesh e il serpente               l’ebbe assaggiata, il serpente mutò pelle e riacquistò la gio-
           Nella città di Uruk regnava Gilgamesh, che per due terzi era   ventù. Quando Gilgamesh si accorse che la preziosa pianta
           un dio e per un terzo un uomo. La sua forza era sovrumana,   era perduta per sempre, prima si disperò e pianse, ma, poco
           alta e forte la sua persona, bello il suo aspetto. Al suo fianco,   dopo, si alzò e, rassegnato infine al destino di tutta l’umanità,
           come un fratello, viveva Enkidu. Ma un brutto giorno, Enkidu   fece ritorno alla città da dove era venuto e riprese con maggiore
           si ammalò e morì. Allora il re fu preso da una terribile paura:   saggezza la sua attività di sovrano. Ecco perché Gilgamesh non
           quella della morte. Aveva capito che gli dèi gli avevano donato   poté diventare immortale.
           tutto, tranne l’immortalità. Così Gilgamesh non perse tempo e    (rid. e ad. da Gaster T. H., Le più antiche storie del mondo, Einaudi)
           decise di andare a consultare il vecchio Utnapishtin, che co-  1) Chi è il protagonista del racconto?
           nosceva il segreto dell’immortalità. Gilgamesh percorse tutto   ...........................................................................................................................
           il mondo conosciuto e sconosciuto, in lungo e in largo, finché   2) Di quale città era il re?
           un giorno giunse dove viveva il vecchio saggio. Utnapishtin gli   ...........................................................................................................................
           disse: «Giovanotto, ciò che tu cerchi non lo troverai mai. Sulla   3) Perché Gilgamesh si recò dal vecchio Utnapishtin?
           Terra, infatti, non vi è nulla di eterno: tutto ciò che ha un inizio,   ...........................................................................................................................
           ha poi una fine. Però, ti svelerò un segreto. Nelle profondità del   4) Perché il saggio disse che non esisteva sulla Terra ciò che il
           mare c’è una pianta che assomiglia al biancospino, con le spine   re stava cercando?
           pungenti come quelle di una rosa. Se un uomo riesce a impos-  ...........................................................................................................................
           sessarsene può riacquistare la gioventù».            5) Perché Gilgamesh, a un certo punto della vicenda, si sentì
           Gilgamesh si tuffò nei profondi abissi del mare, trovò la ma-  felice?  .............................................................................................................
           gica pianta e la portò a riva. Stanco ma felice, decise di ripo-  6) Perché Gilgamesh, tornato a Uruk, regnò con più saggezza?
           sarsi un po’, prima di riprendere il cammino per ritornare a   ...........................................................................................................................

            ATTIVITÀ n. 2
           Leggete il testo, dividetelo in sequenze e sottolineate con il   pecore richiudendo l’imboccatura della caverna con il masso.
           rosso quelle narrative, con il giallo quelle descrittive, con il   «Ci occorre un’arma» disse Ulisse ai suoi uomini. «Prendete
           verde quelle dialogiche.                             quell’ulivo, facciamogli la punta, come una lancia, e induria-
                               Polifemo                         mola sulla fiamma. Lo colpiremo nell’unico occhio, gli toglie-
           La nave di Ulisse toccò la spiaggia e subito, poco più in alto,   remo la luce!»
           apparve l’ingresso di una caverna. Con dodici dei suoi uomini   Arrivata la sera, Ulisse offrì al ciclope il vino del suo otre di-
           e portando un otre di vino prelibato, Ulisse salì alla caverna ed   cendo: «Gran Polifemo, divoratore degli uomini, conosci il
           entrò. Nella grotta c’era una meravigliosa abbondanza di for-  vino? È una bevanda che gli dèi gradiscono, su nell’Olimpo».
           maggi, agnelli, capretti belanti divisi in gruppi di età diverse,   «Così fanno gli dèi?» rombò Polifemo. «E Polifemo lo tracan-
           vasi colmi di latte e di siero, pelli morbide. Poco dopo il pro-  nerà in un solo fiato!»
           prietario di quelle ricchezze arrivò, seguito dal suo gregge. Era   Agguantò l’otre e con una mano si fece sgorgare in gola una
           un ciclope enorme, con un solo occhio al centro della fronte,   cascata di vino rosso, poi si addormentò di colpo ubriaco, a
           vestito con almeno cento pelli di montone ricucite. Il gigante   bocca spalancata. Ulisse incitò i quattro compagni a muoversi.
           chiuse l’ingresso con un macigno molto grande e cominciò a   Levarono il tronco, lo arroventarono nella brace e a un cenno
           mungere pecore e capre, ed ecco che, allungando la mano per   ficcarono la punta infuocata nell’occhio di Polifemo. Il ciclope
           prendere un recipiente, scoprì gli uomini di Ulisse.  accecato emanò urla terribili che rimbombarono nella caverna
           «Chi siete?» disse con voce di pietra, guardandoli con l’occhio   e per tutta la montagna come la voce di un terremoto. Si strappò
           terribile in mezzo alla fronte corrugata. «Che cosa fate nella   il tronco dall’occhio e lo scagliò nella caverna, poi tastò alla
           casa di Polifemo?» Ulisse gridò: «Siamo Achei, veniamo da   cieca fra il gregge alla ricerca degli Achei, che gli sfuggivano
           Troia, dopo averla conquistata. Il mare ci ha portati qui e, in   continuamente.
           onore di Giove, protettore degli ospiti, ti chiediamo di darci   Quando all’alba il gregge cominciò a belare e ad agitarsi per
           ospitalità». «Giove! E chi è Giove? Qui non temiamo gli dèi!»   uscire, Polifemo spostò il macigno e le accarezzò a una a una
           rise Polifemo. Poi con una mossa del braccio mostruoso rac-  sul dorso per controllare che i Greci non cercassero di fug-
           colse due uomini dal suolo come frutti, li scagliò contro la   gire sulle loro groppe. Ma Ulisse, astutamente, aveva legato se
           roccia uccidendoli e cominciò a divorarli. Terrorizzati, Ulisse e   stesso e i compagni rimasti sotto il ventre delle pecore, senza
           i suoi corsero a rifugiarsi come poterono dietro la legna, vasi,   che Polifemo se ne accorgesse. Una volta usciti, raggiunsero la
           mucchi di foglie.                                    loro nave.
           Il giorno dopo, Polifemo uscì per condurre al pascolo le sue   (rid. e ad. da Piumini R., Il re dei viaggi Ulisse, Nuove Edizioni Romane)




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