Page 16 - Progetto TreSei Gulliver Ottobre 2023
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Ambienti di apprendimento come “terzi educatori”
di Cristina BERTAZZONI
Docente a contratto presso
l’Università di Verona e
l’Università di Brescia,
consulente e formatrice in
ambito scolastico Educare e apprendere
ed educativo
sotto il cielo
I bambini e le bambine di oggi vi- dell’educazione all’aperto: sviluppo
vono tendenzialmente dentro “con- di competenze cognitive, aumento
tenitori” educativi: in casa, dentro della concentrazione, della perce-
gli edifici scolastici, dentro i centri zione di auto-efficacia, del senso di
ludici, ecc. Il “fuori”, cioè l’ambiente responsabilità, della creatività, delle
naturale e il territorio, sono spesso capacità comunicative e di coope-
solo aspetti estetici del paesaggio o razione, riduzione dello stress, svi-
spazi che sempre più raramente di- luppo della sensibilità ecologica. Gli
ventano contesti vissuti, ambienti in spazi esterni, come sostiene Franco
cui fare esperienze e apprendere. Frabboni (1998), possono diventare
Questo scenario è aggravato dalla un vero e proprio «alfabetiere eco-
progressiva tendenza dei genitori a li- logico»: sollecitano il bambino e i
mitare la libertà dei propri figli molto © Freepik.com docenti a un impegno attivo per co-
di più rispetto alle precedenti genera- noscere e tutelare le risorse ambien-
zioni; come indicano alcuni studi, la cause in un crescente «disturbo da tali e forniscono ambienti di appren-
possibilità di accesso e il tempo dedi- deficit di natura», riconducibile a dimento in cui i campi di esperienza
cato dai bambini ad attività in spazi un’educazione che privilegia atti- si connettono, si integrano nella com-
aperti e naturali sta decrescendo si- vità al chiuso rispetto a esperienze plessità di contesti vivi e dinamici. Il
gnificativamente (Kahn P. H., 2002; all’aperto. È a partire da queste con- parco pubblico o il giardino stesso
Rivkin M. S., 2000). Questo distan- siderazioni che, a livello interna- della scuola non dovrebbero però
ziamento progressivo dal rapporto zionale, si è sviluppata l’Outdoor connotarsi solo come spazi di “libero
con la natura e l’ambiente esterno Education, un approccio che tiene in- sfogo” o di gioco libero ma andreb-
si registra anche nella scuola: si sta sieme teorie pedagogiche e pratiche bero considerati come laboratori di-
quasi sempre dentro, protetti in am- didattico-educative connotate dal ri- dattici all’aperto in grado di offrire
bienti artificiali, sempre identici a sé conoscimento dell’ambiente esterno esperienze autentiche e situate, di-
stessi; raramente si va fuori, in giar- e naturale come luogo privilegiato verse e complementari a tutto ciò
dino, in un parco pubblico, a contatto dell’educazione e della formazione. che è possibile praticare all’interno
con ambienti vitali, dinamici, ricchi Si tratta di un modo attivo di conce- della sezione. L’ambiente outdoor
di stimoli e sollecitazioni diverse. pire l’apprendimento e la relazione va quindi investito di intenzionalità
Questo distanziamento tra bambini educativa, in cui acquista centralità pedagogica, perché gli spazi e i ma-
e natura è evidenziato anche dal pe- la valorizzazione del fare, dell’e- teriali raccontano una “pedagogia
dagogista statunitense Richard Louv splorare, del rischiare, potenziando silenziosa”, trasmettono messaggi e
(2006) che analizza i comportamenti il protagonismo del bambino. Studi informazioni, influenzano l’organiz-
e i disagi delle nuove generazioni recenti in questo ambito (Raith A., zazione del pensiero e i comporta-
(depressione, ansia, obesità, scarsa Lude A., 2014) evidenziano le mol- menti dei bambini. L’organizzazione
attenzione, ecc.) e ne individua le teplici ricadute positive sui bambini degli spazi e delle attività outdoor
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