Page 18 - Progetto Tre-Sei- Settembre 230- 2024/2025
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                                                                                 siano affiancati attraverso il parent
                                                                                 training, vi sono soltanto delle in-
                                                                                 dicazioni del Ministero della Salute
                                                                                 (2010), ma il personale è poco se
                                                                                 parametrato alla popolazione e al
                                                                                 territorio, così come poche sono le
                                                                                 ore a disposizione; inoltre, le mo-
                                                                                 dalità di applicazione variano da
                                                                                 zona a zona e spesso sono delegate
                                                                                 al privato sociale per ogni categoria
                                                                                 (Associazione Genitori Bambini con
                                                                                 sindrome di Down, Anffas, tanto per
                                                                                 citarne alcune). Un reale percorso di
                                                                                 elaborazione e accompagnamento
                                                                                 non è possibile con continuità, per
                                                                                 limiti di risorse e di tempo.
                                                                                 Le famiglie iniziano proprio in questa
                                                                                 fase a percepire il senso emotivo di
                                                                                 essere “lasciate indietro” rispetto alle
                                                                                 altre, il senso dello svantaggio: se c’è
                                                                                 una parola dura a morire è proprio
                                                                                 quella di “handicap”, nella sua acce-
                                                                                 zione sociale, che spesso ricade non
                                                                      © Freepik.com
                                                                                 sul singolo ma sulla famiglia.
          che queste realtà possano accadere   si trasforma in un eterno presente,   La prima identità dei bambini neuro-
          solo agli altri, e quando accade a noi   che accompagnerà i genitori per   atipici e delle loro famiglie è un’iden-
          giunge un profondo senso di ingiu-  lungo tempo, forse per tutta la vita.  tità di tipo sanitario, perché perviene
          stizia che perdura fino a quando i                                     da una diagnosi medica; e, poiché
          genitori realizzano che la nascita di    L’INCONTRO CON                la diagnosi evidenzia un problema,
          un bambino con disabilità può capi-  SPECIALISTI ED EDUCATORI          il senso di identità è quello di essere
          tare, come è capitato anche ad altri;   Le persone che la famiglia incontra in   dei malati.
          nonostante questa consapevolezza la   questa fase della vita familiare sono   Con questi vissuti ci si affaccia alle
          propria situazione continua a essere   determinanti e la loro importanza   prime strutture educative, siano esse
          percepita come la peggiore in asso-  non sarà mai abbastanza evidenziata.   asili nido o scuole dell’infanzia; que-
          luto. Perché? Se l’immaginazione, i   Spesso spetta al pediatra l’onere della   ste sono le realtà che le insegnanti/
          sogni e le aspettative sono infrante,   comunicazione della diagnosi e con   educatrici ricevono, con cui si de-
          non lo sono il senso di riflessione de-  molta frequenza i medici che la emet-  vono relazionare e che, in parte, de-
          rivante dal legame di attaccamento:   tono, il più delle volte genitori a loro   vono risignificare.
          quel bambino dice qualcosa di me e   volta, sono accusati di essere freddi   Come docente di Pedagogia speciale
          di noi, e se lui è un bambino “sba-  e distaccati: bisognerebbe mettersi   nel corso di laurea in Scienze dell’e-
          gliato” allora lo sono anch’io. Ecco   nei loro panni per comprendere cosa   ducazione – indirizzo Educazione
          che il senso di rifiuto, almeno all’i-  voglia dire essere i latori di un tale   per l’infanzia – presto molta atten-
          nizio, è del tutto umano.          messaggio.                          zione a queste dinamiche, che sono il
          L’altra dimensione che inizia a farsi   Poi, ci sono i servizi, il personale   punto di partenza di numerose rifles-
          strada, seppur tra mille difficoltà, è   di patologia neonatale e la relativa   sioni che affronto con le studentesse
          quella progettuale: si passa dal “Che   équipe di assistenti sociali e psico-  (la maggioranza sono ragazze, anche
          cosa farà/sarà da grande?” al “Che ne   logi. Il nostro ordinamento non pre-  se qualche ragazzo si sta affacciando
          sarà di lui/lei senza di me?”. Il sogno   vede espressamente che i genitori   a questa professione). Proprio perché


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