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loro errori, iniziando preferibilmente già prima della scuola prima-
ria. Si segnala in proposito anche quanto affermato nel documento
ministeriale del 2011 Linee guida per il diritto allo studio degli alunni
e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, quando si
evidenzia che «la letteratura scientifica più accreditata sconsiglia il
metodo globale, essendo dimostrato che ritarda l’acquisizione di una
adeguata fluenza e correttezza di lettura», anche se meritano una ri-
flessione critica le affermazioni successive secondo cui «per andare
incontro al bisogno educativo speciale dell’alunno con DSA si po-
trà utilizzare il metodo fono-sillabico, oppure quello puramente sil-
labico. Si tratta di approcci integrati che possono essere utilizzati in
fasi diverse».
Oggi sappiamo che i metodi fono-sillabici o sillabico-fonici, impo-
stati secondo principi di progressione sistematica ed esplicita, sono
nettamente da preferire per tutti i bambini, oltre a essere la strada
obbligata per quelli a rischio di dislessia.
Non esistono pertanto giustificazioni razionali a sostegno di mate-
riali edulcorati, asistematici e dispersivi che inseguono innovazioni e
slogan di moda e ignorano la centralità della dimensione fonologica
e della progressività alfabetica. L’affermazione che rimanda all’attrat-
tività esteriore (i testi devono “piacere”, perché solo così i bambini
sviluppano motivazione e imparano) è un’altra falsa credenza: la
motivazione si sviluppa quando l’alunno si rende conto di progredire,
perché è questo che fa aumentare la sua autoefficacia.
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NUOVO NEWS n. 226 novembre 2021