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indicazioni per il curricolo
Per quanto concerne la prima prospettiva, va ricordato che il cur-
ricolo di studi adottato nel nostro sistema scolastico è stato in passato
definito in forme e tempi diversi per ciascuno dei livelli scolastici: così,
per la scuola dell’infanzia gli
Orientamenti
sono stati promulgati nel
1969 e rivisti nel 1991; per la scuola primaria i
Programmi
sono stati
datati 1955 e ridefiniti nel 1985; per la scuola secondaria di primo
grado, già scuola media, i
Programmi
risalgono al 1963 e sono stati
rivisti nel 1979 e, per alcuni aspetti marginali, nel 1983.
Si è trattato, in definitiva, di interventi effettuati in maniera asin-
cronica e che proprio per questo hanno proposto documenti molto
diversi tra loro da un punto di vista pedagogico, didattico, organiz-
zativo: la logica conseguenza di tutto ciò è stata l’assoluta mancanza
di raccordo tra i vari testi e, in alcuni casi, l’assenza di una coerenza
tra le varie proposte. In altri termini, la definizione dei curricoli di
studio non è sempre stata guidata da logiche di unitarietà, ma si è
rifugiata in scelte che hanno risentito del diverso clima pedagogico
e culturale all’interno del quale esse sono state elaborate.
La conseguenza di tale scelta è stata la disomogeneità dei testi
programmatici tra i vari ordini di scuola e la difficoltà di realizzare un
curricolo di studi unitario per l’intero percorso formativo.
Il secondo elemento che ha spinto in favore della definizione
di un nuovo testo delle Indicazioni va ricondotto ai tre passaggi sto-
rici che nell’ultimo decennio hanno caratterizzato la vita del nostro
sistema di formazione: l’avvento dell’autonomia e i due interventi di
riforma della scuola operati da Berlinguer-De Mauro e Moratti.
Dopo il lavoro e le riflessioni sulla definizione di una nuova enci-
clopedia del sapere scolastico effettuata dalla Commissione dei Saggi,
le Indicazioni della Moratti hanno avuto indubbiamente il merito di
aver tracciato il cammino per questa nuova prospettiva: elementi
significativi sono stati anche la scelta di proporre un percorso di studi
unitario e progressivo che, partendo dall’esperienza della scuola del-
l’infanzia, consentisse agli alunni di affrontare un curricolo ottennale.
Nondimeno, esse sono state oggetto di critica per la difficoltà di ricon-
durre ad unitarietà gli elementi di guida del curricolo, in particolare
nella costruzione delle unità di apprendimento con un riferimento a
varie tipologie e livelli di obiettivi a loro volta formulati in maniera
molto, forse troppo articolata, e oltretutto difficili da ricondurre ad
una classificazione di tipo tassonomico. Del resto, poi, la descrizione
troppo dettagliata di contenuti è venuta a scontrarsi con la logica