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istruzioni per l’uso
investimento sul sistema di istruzione e formazione che sino ad
oggi è mancato e rilanciare, così, la sbiadita immagine della nostra
scuola.
La fase della democratizzazione del nostro sistema formativo,
intesa come ampliamento della base sociale che ad esso accede,
può considerarsi ormai completata; la quasi totalità di giovani del
nostro Paese è stata posta nella condizione di accedere alla scuola
con buone probabilità di completamento degli studi. Si è trattato di
un lungo cammino che ha visto nell’istituzione della scuola media
e in quella della scuola dell’infanzia le fasi più significative. D’altro
canto, proprio in virtù di tale processo, la scuola primaria ha profon-
damente modificato il suo modo di essere; il riferimento è alle scelte
di politica scolastica degli anni Settanta, che hanno riguardato tutti
i settori del nostro sistema formativo e alla riforma realizzata con i
Programmi del 1985 e con la legge n. 148/1990.
Oggi, con il processo di modernizzazione in atto, la questione
prioritaria è diventata quella di garantire la massima qualità della
formazione scolastica; in questo senso, la nostra scuola non può più
essere governata secondo le logiche di tipo tradizionale, che hanno
in passato favorito i pochi eletti (senza preoccuparsi minimamente
di quanti erano predestinati al fallimento scolastico) ma essa deve
valorizzare pienamente le capacità e le talentuosità di tutti e di cia-
scun alunno.
Tale prospettiva va promossa e sostenuta da tutti; governo, forze
politiche, organizzazioni sindacali, associazioni professionali non
devono più far prevalere logiche di parte nell’assumere decisioni, ma
favorire lo sviluppo di processi virtuosi che consentano di qualificare
ai massimi livelli i processi formativi.
Non si tratterà di un compito facile da realizzare, anche perché
la scelta di consentire a tutti l’accesso ad una formazione di elevata
qualità impone che si rivedano i criteri più profondi che hanno
guidato la definizione della scuola, da quelli organizzativi, a quelli
pedagogici, a quelli didattici. Oggi le regole devono essere riscritte
puntando sulla qualità soprattutto del lavoro scolastico quotidiano,
offrendo garanzie in termini di qualità nella
ordinarietà
dell’attività
e la pubblicazione di nuove Indicazioni potrebbe essere l’occasione
per promuovere tale prospettiva.
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