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indicazioni per il curricolo
2. La voce dell’Europa
Sullo sfondo rimane sempre l’Europa che, con le sue iniziative,
ha promosso un ampio dibattito continentale sul problema della
qualità della formazione scolastica. Si deve a tale azione l’avvio di
una politica di riflessioni svolte in sede comunitaria, nella quale è
stata riaffermata la centralità della persona e la scuola è stata definita
comunità di apprendimento e dimora della conoscenza.
Tra le varie iniziative, va ricordato che sin dal 1995 la Commis-
sione Europea in un
Libro Bianco
aveva sottolineato la necessità di
ridefinire le funzioni della scuola; l’esigenza si era posta in quanto
erano emersi tutti i limiti di una formazione sempre meno adeguata
al progresso delle conoscenze e alla richiesta di qualificazione. Erano
state, in questo senso, indicate due possibili strade per risolvere la
crisi: lo sviluppo di una cultura generale per tutti e l’innalzamento
della qualificazione della formazione specialistica.
In seguito, nel già ricordato
Memorandum
di Lisbona, che
peraltro riprendeva alcuni dei principi proposti nel
Trattato di Maa-
stricht
del 1992, l’Unione Europea, nel delineare una serie di obiettivi
educativi prioritari, proponeva l’attuazione di una strategia articolata
in vari punti chiave:
- la necessità di assicurare processi di formazione permanente
per tutti;
- la costruzione di una cittadinanza consapevole e costruttiva;
- la qualificazione della formazione e la definizione di adeguati
strumenti di certificazione e di riconoscimento dei titoli acqui-
siti;
- il sostegno all’orientamento scolastico in modo da ridurre le
distanze tra il sistema formativo e il mercato del lavoro.
L’importanza di una formazione scolastica di elevata qualità è
stata sottolineata anche in un più recente documento, il
Rapporto
della Commissione Thèlot
, dal titolo
Per la riuscita di tutti gli alunni
,
pubblicato nel 2004 in Francia. Nel testo viene ribadita la necessità
di fare in modo che attraverso la formazione scolastica non si svi-
luppino solo i talenti degli alunni maggiormente dotati, ma che tutti
siano posti nella condizione di acquisire una base di conoscenze e
competenze che garantiranno una equità anche nella loro crescita
personale: la scuola è chiamata, in questo modo, ad assicurare anche
la coesione sociale.
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